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PIL — 733 — PIL


Pilatru. s. m. T. bot. Pianta medicinale che ha le foglie piene di bucolini; fiori gialli: pilatro, perforata. Xypericum perforatum L.

Pilatuni. s. m. Giudice prepotente. Tolta l’idea da Pilato.

Pilatura. s. f. Il pelare: pelatura. || Qualità e colore del pelo d’un animale: pelame.

Pilazzu. pegg. di pilu: pelaccio. || T. capp. Pelo bianco e grossolano, non buono a feltrarsi e di cui si servon piuttosto i sellai a farne borra: pelo vano.

Pileri. s. m. Contrassegno di confine: termine, ciglione. || mettiri li pileri: ciglionare. || Per pilastretto. || a pileri: a pilastri.

Pilesi. s. m. Ripiegatura che si fa alle estremità del ferro del cavallo: rampone.

Piletta. s. f. Piccolo vaso di checchessia, che si appende vicino al letto per tenervi l’acqua benedetta: piletta.

Piliari. v. intr. Il pascersi stentatamente che fanno le bestie di quei pochi fili d’erba che ritrovano, quasi pelo e filo per filo. || piliari ad unu, tormentare, importunare alcuno: vessare. || piliarisi. V. mpiliarisi.

Pilicedda. dim. di pila: piletta, lavatojo.

Piliceddu. dim. di pilu: peletto, pelolino.

Piliddu. dim. e vezz. Peluzzo, peluzzino. || fig. Sofisticheria: sottigliezza. || Per sparaciu V. Così a Modica.

Pilingueddu. V. linguedda.

Pilìu. s. m. Appetito, desìo, voglia spasimata: frega.

Pillicarisi. v. intr. pronom. Avere per male una cosa: impermalirsi. || Muoversi la lingua attorno le labbra, o nettarsi che fanno gli animali leccandosi: spiluccarsi. || E semplicemente per leccare.

Pilliccia. s. f. Veste fatta o foderata di pelle a lungo pelo: pelliccia.

Pillicciari. V. impillicciari.

Pillicciarìa. s. f. Luogo dove si vendon le pelli: pellicceria.

Pillicciaru. s. m. Artefice o venditor di pellicce: pellicciajo.

Pillicciuna. accr. di pilliccia: pelliccione.

Pìllicu. add. Avaro: pelagrilli .

Pillicuseddu. dim. di pillicusu.

Pillicusu. add. Dicesi di chi tutto si ha per male: permaloso. || Che fa caso o ha apprensione di tutto: casoso. || Scrupoloso, fantastico: fisicoso.

Pilligrina. s. f. Mantello che cuopre le spalle, il petto e parte delle braccia: pellegrina, bavera.

Pilligrinaggiu. s. m. Il pellegrinare: pellegrinaggio.

Pilligrinari. v. intr. Correr il mondo, andare per gli altrui paesi: pellegrinare. P. pres. pilligrinanti: pellegrinante. P. pass. pilligrinatu: pellegrinato.

Pilligrinedda. dim. di pilligrina: baverina.

Pilligrineddu. dim. di pilligrinu: pellegrinetto.

Pilligrinità. s. f. Modo o usanza straniera, singolarità: pellegrinità (Mort.).

Pilligrinu. s. m. Colui che va per divozione a far viaggi in luoghi santi: peregrino, pellegrino. || Povero, tapino. || È anche un giuoco a dadi sur un foglio come quello dell’oca V. || ’nsignari la via a li pilligrini, insegnar cosa a chi ne sappia di più: portar nottole ad Atene.

Pillirina. V. pilligrina e seguenti.

Pillunchi. s. f. pl. T. batt. Carta fatta di intestini di bue, con cui si tramezzano le foglie d’oro ed argento per batterlo: carta di buccio.

Piloccu. s. m. Piccola particella di lana staccata dalla lana, o da sui panni: biòccolo. || – di varva: calùgine. || In generale per ogni peluzzo appiccato o staccato da stoffa, panno ecc.

Pilota, Pilotu. s. m. Colui che sta alla prora della nave per osservare i venti e istruire il nocchiero: pilota, piloto. || fig. Direttore, preso generalmente: piloto. || – d’altura, pilota buono a lunga navigazione: pilota alturiere o di lungo corso. || – custeri, quel pratico per cabotaggio: piloto costiere. || – lucateri, pratico d’un luogo: piloto locatiere. || Prov. a li burraschi si canusci lu pilota: il buon marinaro si conosce al cattivo tempo. || pri tanti piloti si perdi la navi, si dice quando tutti voglion comandare o consigliare: i troppi cuochi guastan la minestra. || senza pilotu si perdi la navi, cioè senza capo la faccenda non va. || a bon pilotu nun manca vasceddu, a chi sa non manca da fare: a buon pilota non manca mai legno.

Pilu. s. m. Filamento che cresce sulla pelle: pelo. (pl. pila: peli). || Quella peluria che hanno i pannilini: pelo. || fig. Spazio, quantità minutissima: pelo. || Piccole crepature, di mura, vasi ecc.: pelo. || Cosa vile o di poco conto: baja, ciancia. || Collettivamente i peli d’un animale: pelo. || Capigliatura e barba dell’uomo: pelo. || – caninu, la prima lanugine che spunta agli animali, e anco all’uomo nel metter il pelo, le penne: peluria, pelo vano, calugginoni. || – di culu o di nespula, per ischerzo a persona vile : pela piedi, cialtrone. || – biancu, vecchiaja: pelo bianco. || – di minna, malore alle poppe delle donne che allattano, congelazione di latte: cacità, grumo. || – cuvertu, infiammazione nel piede del cavallo, cagionata dal sangue putrefatto nella parte interna dell’unghia: riprensione. || – di cuda di cavaddu: sétola. || – di crapa: camojardo (An. Cat.). || pilu suppilu V. suppilu. || luciricci lu pilu, esser grasso e fresco: lustrare o rilucer il pelo. || truvari lu pilu ’nt’all’ovu, guardare pel sottile ogni minuzia, sofisticare: veder il pelo nell’uovo. || scutulari lu pilu ad unu, dargli busse: riveder il pelo a uno. || aviri tantu di pilu, concepire odio segreto. || canusciri a pilu, conoscere altrui pienamente: conoscer uno a pelo. || attaccarisi a un pilu, metter difficoltà dove ella non è: cercar cinque piedi al montone. || sapiri lu pilu ’ntall’ovu, conoscere minutamente un affare V. in cucchiara. || pri un pilu, per una cosa da nulla: per un nonnulla. || a pilu, per l’appunto, con tutta l’esattezza: a pelo, a capello. || teniri pri un pilu di capiddu, stare per cascare e fig. essere minacciato da un momento all’altro: tener per un fil di seta. || botti, vastunati ecc. a leva pilu, fortissime e dolorose: botte, colpi ecc. da levar il pelo. || vinnirisi macari li pila, ridursi a grande povertà: ridursi fra l’uscio e il muro. || arriz-