Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
RUV | — 845 — | SAC |
Rùvidu. add. Che non ha superficie liscia: rùvido. || Rozzo: ruvido. Sup. ruvidissimu: ruvidissimo.
Ruviduliddu. dim. di ruvidu: ruvidetto.
Ruvitizza. V. ruvidizza.
Ruvulari. V. arrivulari.
Rùvulu. a. m. T. bot. Albero alto, di grosso tronco, foglie ovate bislunghe, d’un verde non molto cupo, caduche, ghiande grosse, sessili o quasi; il legno di esso si adopera per la costruzione delle navi: ròvere, ròvero. Quercus robur L.
Ruzzalora. s. f. Girella che con gran forza di braccio si fa rotolare per le strade: rùzzola.
Ruzziceddu. dim. di rozzu.
Ruzzina. V. duzzina.
Ruzzizza. s. f. L’essere rozzo: rozzezza. || Zotichezza, ruvidezza: rozzezza.
Ruzzu. V. rozzu.
Ruzzulari. V. arruzzulari.
Ruzzuliddu. dim. di rozzu.
Rùzzulu. V. rota. Da ruzzolare. || Girella con cui si trastullan i ragazzi lanciandola per farla correre: rùzzola. || Per virticchiu V.
Ruzzulusu. add. Sdrucciolevole, lùbrico.
S.
S. Diciottesima lettera dell’alfabeto, duodècima delle consonanti: s. || Preposta ad un nome proprio è abbreviazione di santo: s. || In musica vale solo: s. || Posta in composizione coi suoi privativi ha forza di primitivo come muntari, smuntari. Alle volte di accrescitivo, da porcu, sporcu. Alle volte di frequentativo come da battiri, sbattiri. E alle volte non opera nulla.
Sàaru. V. sàgaru.
Sabbatina. Nella frase fari la sabbatina, di chi aspetta a cenare dopo la mezza notte del sabato per poter mangiar carne; ovvero far raunata sollazzevole nella quaresima dopo la mezza notte del sabato, cioè quando cessa l’obbligo del digiuno: far la sabatina. || Certa disputa filosofica o teologica che si faceva di sabato: sabatina (Mort.). || Mancia di certi impiegati civici delle poste (Pecorella).
Sabbatinu. add. Di sabato, oppure nato in giorno di sabato: sabatino. || Prov. sabbatinu sabbatinu, accumenza di matinu, per dinotare la lunghezza della natura del divino ufficio in certi giorni.
Sàbbatu. s. m. Settimo dì della settimana: sàbato. || – santu, quello avanti la Pasqua: sabato santo. || Prov. la simana senza sabbatu, cosa che non può succedere: il dì di S. Bellino, il primo anno che non c’è nebbia.
Sabbatuni. accr. di sabbatu. Solennità in giorno di sabato.
Sabbella. add. Color giallo lionato, misto con carnicino: color isabella.
Sabbina. s. f. Pianta indigena italiana, con foglie picciolissime, ovate, appuntate, amare, di un odore penetrante; le bacche d’un turchino nero: sabina, savina. Juniperus sabina L.
Sàbbitu. Per sabbatu V.
Sacca. s. f. Sorta di sacco: sacca. || Per sacchetta V. || Portamento, vendita d’acqua. (Mal.).
Saccaloru. s. m. Chi mette in sacco oggetti, per mestiere, insaccatore: sacchiere (Mort.).
Saccannuni. s. m. (An. M.). Piaggiamento.
Saccari. (Mal.) V. accanzari.
Saccarìa. Gran numero di sacchi, a diversi usi.
Saccaru. s. m. Colui che porta e riporta sacchi. || Quegli che conduce dietro agli eserciti le vettovaglie o i bagagli: saccardo, saccomanno. || Chi porta e vende acqua: acquajuolo (Mal.). || Chi fa sacchi.
Saccata. s. f. Quantità di roba che può entrar in un sacco. || Colpo dato con un sacco. || – di vastunati. V. panzata.
Saccazzu. pegg. di saccu: saccaccio.
Saccenti. add. Che presume o affetta di sapere: saccente. || In senso naturale: sapiente.
Saccentimenti. avv. Prosuntuosamente: saccentemente.
Saccenza. V. saccintaria.
Sacchèggiu. s. m. Depredazione d’una città, fatta da gente armata: saccheggio.
Sacchetta. dim. di sacca: sacchetta. || Quella che si fa nei vestiti per riporvi checchessia: tasca, e se più larga: saccoccia. || aviri ’ntra la sacchetta, fig., averla una cosa sicurissima e con certezza: aver una cosa nel carniere. || aviri o mettiri ’ntra la sacchetta ad unu, fig., poterlo aggirare a sua voglia.
Sacchettu. V. sacchiteddu. || Certa scarsella o pellicino che hanno alcune reti da pescare o da uccellare: cocuzzolo (Zan. Voc. Met.).
Sacchïamentu. s. m. Il saccheggiare: saccheggiamento.
Sacchïari. v. a. Dare il sacco, porre o metter a sacco: saccheggiare. || Bastonare. P. pass. sacchïatu: saccheggiato.
Sacchïaturi. verb. m. Che saccheggia: saccheggiatore.
Sacchiceddu. dim. di saccu: sacchetto, saccarello.
Sacchiggiari. V. sacchïari.
Sacchìggiu. V. saccheggiu.
Sacchijari. v, sacchïari.
Sacchina. V. saccuni. || Per carniere.
Sacchinedda. dim. di sacchina.
Sacchiteddu. dim. di saccu: sacchettello, sacchettino. || Per saccocciu V. || – di punta, quei sacchetti pieni d’erbe medicinali bollite, che si mettono sopra il petto, nelle malattie di pneumonia. || – di cosi santi, piccolo involto o sacchetto pieno di reliquie, che si porta addosso per devozione o per superstizione: breve, brevino.
Sacchittata. s. f. Tanta materia quanto ne cape in una tasca: tascata.
Sacchittatedda. dim. di sacchittata.
Sacchittatuna. accr. di sacchittata.
Sacchittazza. pegg. di sacchetta: tascaccia.
Sacchittedda. dim. Taschetta. || – di lu roggiu, quelle del corpetto, piccole: taschino.