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SCA — 868 — SCA


Scafazzatina. V. scafazzata.

Scafazzatizzu. add. Alquanto spiaccicato.

Scafazzatuna. accr. di scafazzata.

Scafazzuni. Lo spiaccicare in una volta e con forza.

Scaffa. s. f. Asse confitto a muro per riporvi stoviglie o checchessia: palchetto. || Quelli che dividono in ordini un armadio: palchetto, scaffa (Fanf. Voc. d. u. Tosc.). || Arnese per lo più di legno che ha varie capacità e scompartimenti: scaffale, scansìa. || Avvallamento o buca che s’incontra nelle strade un po’ guaste: dogaja, tocca. E met. intoppo, inciampo; e anco sbaglio, strafalcione. || pigghiari scaffi, l’inciampare in dogaje che fanno i veicoli nelle strade mal conce.

Scaffali, Scaffami. V. scaffa al § 2.

Scaffaratu. V. scarfaratu e simili.

Scaffarrata. s. f. Foggia di stipo trasparente da una o più parti, per ripararvi cosa minuta o preziosa: vetrina, scarabàttola, scarabàttolo (Sp. escaparates). || fig. Piccola stanzetta: scarabattolo. || putirisi mettiri ’nta ’na scaffarrata, dicesi di cosa pregevole, graziosa, delicata od anche debole.

Scaffarratazza. pegg. di scaffarrata.

Scaffarratedda. dim. Scarabattolino.

Scaffarratuna. accr. di scaffarrata.

Scaffarrizzu. V. casciarizzu (Mal.).

Scaffiateddu. dim. di scaffiatu.

Scaffiatu. s. m. Ordine di più piani di assiti per riporvi checchessia: scaffale.

Scafficedda. dim. di scaffa: scaffaletto (Guerrazzi).

Scaffiriri. V. scarfidiri.

Scaffitedda. V. scafficedda.

Scaffu. s. m. T. mar. Il corpo di una nave senza armamento: scafo. Quel piano su cui sta in piedi il servitore dietro la carrozza: asse (Car. Voc. Met.). || Per schiaffu.

Scaffusu. add. Di strada mal concia, piena di dogaje. V. scaffa al § 4.

Scafisari. v. a. Travasar l’olio da vaso in vaso V. cafisu. P. pass. scafisatu: travasato.

Scafudana. (An. M.). V. bagascia.

Scafuliari, Scafuniari. V. scrafuniari (Vinci).

Scafurchiari. v. a. Cavar da una buca (caforchiu), far venir fuori: sbucare, sbucciare. || met. Venire in cognizione d’una cosa occulta, celata: scovare, discoprire (dal Gr. σκαπτω: scavo, cavo). || Staccar a poco a poco qualche parte di checchessia: scalficcare || Levare, guastare l’intonaco del muro: scalcinare.

Scagghia. s. f. Quel piccolo legno che salta dalla pietra lavorandola a scalpello: scaglia. || Squama: scaglia. || In pl. i ritagli o frammenti che si formano lavorando il rame: scaglie, ramina. || Quelle piastrelle dure che formano la scorza o pelle del serpente: scaglie. || Sporgere nel suolo della scarpa che il calzolajo raffila: orlicci, tramezzetti (Tumminello).

Scagghiamentu. s. m. Lo scagliare: scagliamento. || Delusione.

Scagghiari. v. a. Lanciare, tirare: scagliare. || rifl. a. Avventarsi: scagliarsi. || V. scardari, al § 2. Pareggiare un muro con iscaglie. || met. Restar conquiso, abbattuto, per delusione: rimaner brutto, scaciato, esser deluso, sbaldanzire quasi squagliare, struggersi tutte le speranze ecc. P. pass. scagghiatu: scagliato. || Deluso, sbaldanzito.

Scagghiata. V. scagghiamentu.

Scagghicedda, Scagghidda. dim. di scagghia: scaglietta.

Scagghiola. s. f. Spezie di gramigna del cui seme si nutriscono le passere e simili: scagliuola. Phalaris canariensis L. || Spezie di pietra tenera simile al talco, ed è anche una spezie di mistura con cui si ricopron le tavole: scagliuola, scagliuolo.

Scagghiozza. s. f. Vivanda di farina di granone, spessita prima, e poi ridotta a piccole forme: gnocco. V. panella.

Scagghiu. s. m. La parte che vagliando il grasso si leva, e che si suol dare ai polli per lo più: vagliatura; e perchè s’usa darlo beccare ai polli dicesi anco: becchime.

Scagghiuledda. dim. di scagghiola.

Scagghiunata. s. f. Morso: dentata.

Scagghiunazzu. pegg. di scagghiuni.

Scagghiuneddu. dim. di scagghiuni.

Scagghiuni. (pl, scagghiuna) s. m. Dente posto fra gl’incisivi e i molari: dente canino. || I denti canini del cavallo: scaglioni. || aviri li scagghiuna, met. essere uomo davvero. || mustrari li scagghiuna: mostrar i denti, far viso brusco.

Scagghianutu. add. Che ha grossi denti: sannuto. || fig. Prudente, destro: co’ baffi.

Scagghiusu. add. Che ha scaglia: scaglioso.

Scagliari. V. scugghiari.

Scagnari. Idiotismo di Noto per sgagghiari V.

Scagnu. s. m. Tavola presso la quale stanno i mercanti a scrivere i loro conti: banco, scrittojo. || La stanza destinata a ciò: scrivania.

Scajulari. V. scarpinari.

Scala. s. f. Ciò che è fatto ad uso di salire, di scendere: scala. || Quella di legno portatile: scala a piuoli. || Ordine di checchessia, che vada gradatamente mutando, crescendo: scala. || Una determinata misura posta per paragone o norma sotto i disegni di architettura ecc.: scala. || met. Tutto ciò che da una cosa ne conduce ad un’altra: scala. || T. mar. Per porto: scala. || – a sproccu, a barruni, a sgroppu o livatizzu: scala a piuoli. || – a babbaluci, quella che rigirando su di sè, si volge attorno a un pilastro o che: scala a chiocciola o a lumaca. || – a forficia, a due pezzi uniti da un capo e che aprendosi formano angolo acuto: scalco, scala a due branche, scala doppia. || – a matassaru o ad occhiu apertu, simile di quella a chiocciola, ma lascia nell’asse attorno a cui gira un vuoto, come un pozzo: scala a pozzo. || – franca, passo libero, libertà di andare o stare: scala franca. || – isolata, non fiancheggiata da muraglia: scala a volo, o volante || – a libbru, è una scala a piuoli girevolmente imperniati ne’ due staggi, e che possono nascondersi dentro di essi staggi, quando questi si chiudon a formar tutto un pezzo come una trave sana: scala da scorrere. || – a coddu di oca: scala a collo. || – a volu: scala a volo. || fari scala, fig., guidare: fare scala ad alcu-