Pagina:Antonino Traina - Nuovo vocabolario siciliano-italiano.pdf/899

Da Wikisource.
SCA — 881 — SCH


Scazzittedda, dim. di scazzetta: berrettino.

Scazzittuni. accr. di scazzetta: berrettone.

Scazzùbbulu. s. m. T. zool. Sorta di pesce, detto altrimenti occhiu russu. || Per scazziddu V.

Scebba. s. f. T. bot. Pianta perenne che ha gli steli biancastri, le foglie alterne, picciolate, quasi deltoidi, un poco carnose, i fiori a grappoli, piccioli terminanti: alimo, porcellana marina. Atriplex halimus L.

Scebbalistita. V. cinnirazzu. Così in Naro (Pasq.).

Sceca. V. frica.

Sceccu. s. m. Asino: ciuco (Pasq. dice venga dall’Ebr. scech quieto o sciach dimesso. Chi dice che è voce turca. A me pare che da ciuco si sia fatto sciuccu in sceccu. Onde ne viene il Napolitano ciucciu). || mannari o mettiri lu sceccu carzabatu: rincarare il fitto, e si dice quando uno non s’incarica o non cura ciò che altri minaccia, p. e. mi metti o mi manna lu sceccu carzabatu: mi rincari il fitto. || pigghiari un sceccu, o aviri un cauciu di sceccu, aversi un mal francese. || e chi figghiò qualchi sceccu masculu! quando succede cosa difficile, o che un avaro divenga generoso, o che un sudicione si lavi ecc.: e che è caduta una saetta in un palo aguzzo! o che s’è fatto prete il diavolo! || Prov. lu sceccu vecchiu nun torna pudditru, le cose passate non tornano indietro. || sceccu e mulu carricalu ’nculu, a tali bestie la soma deve mettersi loro vicino la groppa: cavallo e cavalla cavalcali sulla spalla, asino e mulo cavalcali al culo. || perdiri o appizzari lu sceccu cu tutti li carrubbi: perder la capra e i cavoli, perder l’uno e l’altro. || ogni sceccu si preggia di lu so ragghiu, ognuno loda il suo. || cui sceccu fa cavaddu, lu primu cauciu è so, chi innalza o benefica un ingrato, sarà ricompensato pel primo e con ingratitudine: non introdurre l’asino in sala, che poi ti manderà fuori della sala e della camera. || cu sceccu si curca, sceccu si leva: chi asino nasce, asino muore. || V. in asinu altri proverbi.

Scèdiri. V. odiari.

Scègghiri, Scègliri. v. a. Mettere di per sè cose di qualità diverse, per distinguerle ed eleggerne la parte migliore: scegliere, scerre. || Talvolta eleggere semplicemente: scegliere. P. pass. scigghiutu: scelto (Fagiuoli ha: scegghiere).

Scèjiri. V. scèdiri.

Sceleratu. V. sciliratu e derivati.

Scelta. s. f. Lo scegliere: scelta. || La parte scelta: scelta.

Sceltizza. s. f. Qualità di ciò che è scelto: sceltezza.

Sceltu. add. Da scegliere: scelto. || Buono, squisito: scelto. Sup. sceltissimu: sceltissimo.

Scemari. v. a. Ridurre a meno: scemare. || rifl. a. Scemarsi. P. pass. scematu: scemato.

Scembru, Scempru. s. f. Sorta di tessuto di tela, per coltri e simili.

Scemu. add. Di poco senno: scemo. || Che manca della grandezza o pienezza di prima: scemo. Sup. scemissimu: scemissimo.

Scena. s. f. La parte del teatro dove gli attori agiscono: scena. || Il paese e il luogo finto sul palco scenico: scena. || Le tele dipinte che rappresentano il luogo finto: scena o meglio scene in pl. || Una delle parti in cui son divisi gli atti del dramma ecc.: scena. || Vista: scena. || Mutazione, vicenda: scena. || Chiassata, trista figura, romore levato a un tratto in luogo inopportuno, e con maraviglia degli astanti: scena. Onde fari certi sceni: far delle scene. || mutarisi la scena, fig. mutarsi le cose, i tempi, gli affari: mutarsi la scena. || cumpariri ’na scena, apparire, venire al pubblico: venire, comparire in scena. || turnari in scena, rimetter fuori certe cose, o ragioni che parevano dimenticate: tornar in iscena.

Scenàriu. s. m. Il mandafuori: scenario. || Per suggirituri V. || Le scene dipinte insieme rappresentanti cose relative a ciò che si recita: scenario.

Scenata. s. f. Apparenza poco durevole, infignimento, finzione: mostra, simulazione.

Scenetta. dim. di scena: scenetta. || met. Caso ridicolo.

Scènicu. add. Di scena: scenico. || palcu scenicu, quel luogo dove recitano i comici: palco scenico.

Scenografia. s. f. L’arte di dipingere le scene, e quella di disegnar le cose secondo appariscono: scenografìa.

Scenuni. s. m. Foglio in cui son descritti i recitanti e le loro parti secondo le scene: scenàrio.

Scerba. V. spinedda. || V. cìnniri (Pecorella).

Scèrfidu. V. sciapitu.

Scerra. V. sciarra.

Scertu. V. sceltu.

Scervellarisi. V. smiduddarisi.

Scesu. Esclamazione: Dio! Forse è la voce Gesù, corrotta.

Sceta. V. scelta.

Scetta. s. f. Treccia di fichi secchi (Rocca): rocchio.

Scetti. V. lazzu e lazzolu.

Scetticìsimu. s. m. Dottrina appoggiata a scrupolosa osservazione ed a personale convincimento: scetticìsmo.

Scètticu. add. Chi dubita d’ogni cosa, e crede non esservi cosa assolutamente vera: scèttico.

Scettru. s. m. Bacolo regale, segno di autorità: scettro. Finchè l’uomo è calcolato bestia, naturalmente il segno di autorità, di dominio è il bastone! è logico.

Scèusa. V. ascinzioni.

Scheda. s. f. Chiamano i librai quel foglio stampato, su cui i sottoscrittori ad un’opera mandan il proprio nome: cartella, sceda. || Pezzetto di carta dove si scrivono cose che poi debbano andare ordinate: scheda.

Schèlitru. s. m. L’ossa spolpate, insieme legate, del corpo animale, e per sim. delle piante: schèletro. || Il disegno di un lavoro: scheletro. || roggiu a scheletru, quello di cui il meccanismo è visibile.

Schera. s. f. Numero di soldati in ordinanza: schera. || Ogni ordinata moltitudine: schiera. || Per sim. moltitudine ordinata di checchessia: schiera. || a schera, posto avv., in ischiera: a schiera.

Schèretru. V. scheletru.

Scherma. s. f. Arte di misurar i colpi, pararsi