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SGA | — 923 — | SGO |
Sgarbatissimamenti. avv. sup. Sgarbatissimamente.
Sgarbatizza. s. f. Sgarbataggine: sgarbatezza.
Sgarbatizzu. add. Alquanto sgarbato.
Sgarbatu. add. Senza garbo, senza buona maniera: sgarbato. Sup. sgarbatissimu: sgarbatissimo.
Sgarbatunazzu. pegg. di sgarbatuni.
Sgarbatuni. accr. di sgarbatu.
Sgarbu. s. m. Maniera incivile, senza grazia nè garbo nel trattare: sgarbo. || malu sgarbu, sgarbo, cattivo modo, maniera spiacevole, atto inconveniente e scortese: garbaccio. || fari sgarbi, rispondere, agire scortesemente, spiacevolmente: fare sgarbi (Giuliani).
Sgarbulari. v. a. Troncare, dicesi degli alberi.
Sgarbuliari. v. a. Dissodare il terreno.
Sgarganari. v. a. Disfare oggetti commessi, come legno e simile: scommettere. P. pass. sgarganatu: scommesso.
Sgargiari. v. a. Affisar l’occhio intentamente su checchessia: adocchiare. || Tagliare lo scilinguagnolo. || Cavar le branchie o garge ai pesci. || Graffiare, sgraffiare. || – li terri, rivoltar la terra, diveglierla: pastinare || rifl. a. Gridare quasi a perder la gola: sgolarsi, sbraitare, sberciare.
Sgargiarisi. V. sgargiari all’ultimo §.
Sgargiata. s. f. Lo adocchiare: adocchiamento. || Il tagliar lo scilinguagnolo; lo sgolarsi ecc. || Per sgargiuni V.
Sgargiatu. add. Da adocchiare in tutti i significati. || essiri statu sgargiatu bonu di la mammana, dicesi di chi parla arditamente e francamente: aver rotto o sciolto lo scilinguagnolo.
Sgargiatura. s. f. T. chir. Operazione che consiste nel tagliar il freno della lingua: ancilotomia.
Sgargiu. s. m. L’azione dell’ancilotomia, ed il medicamento usato un tempo dopo tale operazione. || Arnese a zuppierina dove si mette il giulebbe pe’ bambini (Fr. degorge).
Sgargiuliari. v. a. e intr. Sguardare con grande attenzione e brama: sbiluciare, sbirciare.
Sgargiuni. s. m. Taglio grande: squarcio. || Per gargiuni V.
Sgariddari. V. spatiddari.
Sgarlatina. V. scarlatina.
Sgarlatu. V. scarlatu.
Sgarrari. v. a. Scambiare per inavvertenza o inconsideratezza una cosa con altra: sbagliare || Se per giudizio falso: errare. || Sbagliare, peccare, errare: fallare. || Prender errore o sbaglio: sgarrare. || sgarrari ad unu, non ritrovarlo nel tempo o nel luogo convenuto, o supposto. || intr. Tirar fuori del segno: sbalestrare, || nun essiri mercu di sgarrari, dicesi in modo prov. di persona molto conosciuta || Prov. sgarrannu s’impara: sbagliando s’impara. || ammatti a lu curriri sgarri la strata, ognuno può fallire: e’ sbaglia un prete all’altare. || cu’ sgarra la strata torna ’nn arreri, chi erra torna indietro. || cu’ la sgarra la paga: l’errore insegna, e il maestro si paga. P. pass. sgarratu: sbagliato, errato.
Sgarrata. V. sgarratura.
Sgarratedda. dim. di sgarrata.
Sgarratina, Sgarratura. s. f. Sbaglio. || Errore. || Fallo. || Prov. sgarratura nun paga pena, per iscusare chi sbaglia: errore non è frode.
Sgarraturi. verb. m. Chi o che sbaglia, erra.
Sgarrifari. V. incustanari al § 2.
Sgarrittari. V. sgarrunari.
Sgarru. s. m. Sbaglio, errore, sgarro. || di sgarru, posto avv., nascostamente: a chetichelli. || E di cosa capitata di contrabbando: di scarriera. || picciottu di sgarru, che non si lascia imporre, valente: di buzzo buono.
Sgarrunari. v. a. Tagliar i garretti: sgarrettare. || fig. Dire senza riserbo, spiattellare: sborrare. P. pass. sgarrunatu: sgarrettato.
Sgarruneddu. dim. di sgarru: erroruzzo.
Sgarruni. s. m. Sbaglio, errore: sgarrone. || Errore nello scrivere: scorso di penna.
Sgassari. v. a. T. torn. Far cavo in un legno, o in altro: incavare, scavare (quasi dicessesi: sgrossare).
Sgastari. v. a. Contrario di ingastari: scastonare. || sgastari na cosa di ’n testa, vincere la altrui ostinazione su tal cosa: scaponire. P. pass. sgastatu: scastonato.
Sgattigghiari. V. gratticchiari. || Far atti di vivacità e di brio: sgallettare. || Far galloria: sgalluzzare. P. pass. sgattigghiatu: sgallettato, sgalluzzato.
Sgattigghieri. s. m. Che volentieri sgalletta, ruzza.
Sgattigghiu. s. m. Quell’eccitamento nervoso che si risveglia essendo il corpo toccato in certe parti: sollètico. || Lo sgallettare: sgallettìo. || Il ruzzare: ruzzo.
Sgavitari. Rapisardi: nun pò di fami un poviru muriri, quannu nun si sgavita a caminari, quando non si resta, non si sbigottisce.
Sgherru. s. m. Brigante, che fa del bravo: sgherro. || a la sgherra, dicesi del portar il cappello inchinato da una parte: portar il cappello in sulle ventiquattro come gli sbirri (Nerucci). A mo’ degli sgherri: alla sgherra.
Sgherru. add. Ben messo, ben vestito: sgherro. || sgherru sgherru, tutto azzimato. || Tigri ha: ragazza sgherra, ben messa, bizzarra ecc.
Sgherzu. V. scherzu e simili.
Sghicari. V. schicari.
Sghicciari. v. a. Scaturire, uscire con forza, a zampillo: spicciare, schizzare. || fari sghicciari l’occhi, far venire la voglia: far inarcare le ciglia.
Sghicciu. s. m. Ciò che schizza: schizzo. || Zampillo.
Sghilesciu. V. schimbesci.
Sghimmenti. V. schimmenti.
Sghiummarari, Sghiummariari. v. a. Svoltare cosa avvolta in forma di gomitolo: sgomitolare. P. pass. sghiummariatu: sgomitolato.
Sghizzu. V. schizzu e simili.
Sgia. V. acitu. In quel di Aidone.
Sgiubbuliari. v. a. Svolgere (La Manna).
Sgnutticari. v. a. Contrario di piegare, dicesi di panni e simili: spiegare, sciorinare.
Sgobbia. V. sgurbia.