Pagina:Apollonio Rodio - Gli Argonauti, Le Monnier, 1873.djvu/184

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158 argonautica.

     Lo stranier sobbarcarsi all’alta impresa,
     Non già venuto alla città d’Eeta
     810Per asportarne del monton la pelle,
     Ma sì per trarne alle sue patrie case
     Lei per propria consorte. Anco le parve
     Ch’ella stessa de’ tori agevolmente
     Il conflitto vincea, ma la promessa
     815Non le atteneano i genitori suoi,
     Chè non ad essa l’aggiogar que’ tori,
     Ma proposto era a quello. Indi una lite
     Sorgea fra il padre e gli stranieri, e lei
     Ambe le parti arbitra fêan di scerre
     820Quel che all’animo suo fosse più grato.
     Scelse essa tosto il forestier garzone,
     Abbandonando i genitori, ond’essi
     Ne sentîr gran dolore, e un alto grido
     Miser di sdegno. A quel clamore il sonno
     825Le fuggì: scossa sobbalzò per tema;
     Girò attoniti gli occhi intorno intorno
     Alle pareti della stanza, e a stento
     Raccogliendo gli spirti, in meste voci
     Poi querelossi. Oh me misera! Oh come
     830M’atterrîr tristi sogni! Ah ch’io pavento
     Questa venuta degli eroi non porti
     Forse qualche gran male. In me sospesi
     Stan per quello straniero il cuor, la mente.
     Tolga ei lungi di qua, sposa si tolga
     835Nel popol suo qualche donzella Achea;
     Vergin serbarmi a me fia caro, e il tetto