Pagina:Apollonio Rodio - Gli Argonauti, Le Monnier, 1873.djvu/64

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38 argonautica.

     1015Mentre Toante, il padre mio, su questi
     Cittadini regnava, essi con navi
     Uscìan le ville a corseggiar de’ Traci
     Che rimpetto ne stanno, e con gran prede
     Adducean ritornando anco lor donne.1
     1020Ma un funesto consiglio allor Ciprigna
     Maturò, che del cuore indusse in loro
     Una rea corruttela. Odio li prese
     Delle proprie lor mogli, e a tal cedendo
     Senso perverso, han le consorti espulso
     1025Da’ maritali alberghi, e, sciagurati!
     Giaceansi poi con le predate schiave.
     Noi ciò durammo a tolerar gran tempo,
     Se mai l’animo lor vòlto a buon senno
     Si fosse alfin; ma in quella vece sempre
     1030Doppio crescea la mala colpa. A vile
     I legittimi figli eran tenuti,
     E nascean di furtivi. Derelitte
     Vedove madri e vergini fanciulle
     Per la città vagavano; nè cura
     1035Prendeasi alcuna della propria figlia
     Il genitor, se sotto agli occhi suoi
     Pur dalle mani di matrigna iniqua
     Strazïar la vedea; nè più qual pria
     Da indegna offesa difendeano i figli
     1040La madre lor; nè de’ fratelli a cuore
     Stava più la sorella: era per sole
     Quelle giovani schiave e in casa e fuori,

  1. Var. al v. 1019. Pur di là n’adducean giovani donne.