Pagina:Archivio della R. Società Romana di Storia Patria - Vol. XVI.djvu/210

Da Wikisource.
206 F. Nitti

delle funzioni, anzi la maggiore del papato. Io ho (p. 19) rilevata la testimonianza di uno degli osservatori più intelligenti del tempo, Francesco Vettori, che è pur una di quelle più ripetute; e nella quale Leone viene necessariamente predestinato ad una politica nepotista espressamente soltanto dall’esempio de’ suoi predecessori. Ma dell’errore dei contemporanei v’era un’altra ragione generale; la quale Leone, mancandogli la franchezza di parola, la grandezza e l’impetuosità d’azione di Giulio II, non riuscì, come questi, a rendere vana per i giudizi sui fini suoi. Ogni tempo rispecchia una coscienza quasi generale di giudizio, alla quale sfugge o in tutto o in parte ciò che esce dal modo di vedere o di sentire più comune. Come al tempo nostro il razionalismo filosofico ed il romanticismo nella cultura, e lo spettacolo delle grandi lotte per le ricostituzioni nazionali hanno, elevando gli spiriti e la coscienza, prodotto un modo generale di vedere e di giudicare nobilmente, per il quale non scorgiamo negli uomini della storia del nostro tempo che grandi o generosi ideali, e quasi non guardiamo in èssi gli altri moventi umani, pur sempre operanti; cosi, nel principio del secolo decimosesto in Italia, lo spettacolo già lungo e continuo di guerre permanenti e di permanenti intrighi, che non avevano che a scopo interessi ed ambizioni personali o di famiglia, aveva creato tale una coscienza di giudizio generale, che impediva di vedere o riconoscere moventi, che da siffatte ambizioni ed interessi personali si scostassero, anche soltanto in parte. E di ciò è prova massima, ed altamente caratteristica, per quel che riguarda Leone, il giudizio di Francesco Guicciardini, quando esprimeva la sua ingenua e viva meraviglia, che il papa Medici, morti i parenti, continuasse, anzi facesse più viva la politica d’ingrandimento dello Stato. E la maraviglia del grande storico è anche una indiretta confessione dell’errore, nel quale, senza rendersene conto, egli, come gli altri spettatori, erano sino allora stati rispetto al movente