re nell’Italia Bisantina e la spedizione dei Veneziani a Ravenna, ma senza determinare il nome e la qualità del loro principe. Nel cap. 55 Paolo Diacono al racconto di questi avvenimenti collega con la frase «his diebus» la ribellione di Trasimondo, duca di Spoleto, avvenuta nel 738-739 e la sua fuga a Roma. Circa la cronologia di questi fatti il Pinton afferma che Paolo Diacono fissò la spedizione di Ravenna nel tempo della ribellione di Trasimondo, e certamente il nesso «his diebus» può fino a un certo punto giustificare quel giudizio. Ma è altresì da notare che più di una volta nella Historia di Paolo, come pure nella cronaca di Giovanni Diacono, quella frase, al pari di «tunc» e di «eodem tempore», ha soltanto un valore generico, e anche viene usata per rappresentare una relazione di contemporaneità fittizia1 per lo meno molto larga e indeterminata tra fatti realmente avvenuti a qualche distanza di tempo; p. e. il cap. 49 del libro IV, ove è narrata la morte di Eraclio la quale accadde nel 641, comincia con «his diebus «, eppure il capo precedente a cui quelle due parole si riferiscono, ricorda soltanto la morte di Rodoaldo e la successione di Ariperto che avvennero nel 653. Anzi non è inopportuno ricordare che secondo un valente illustratore del regno di Liutprando2 quelle frasi sarebbero soltanto copulative e non più. Inoltre non è assolutamente certo che Paolo Diacono avendo narrato quelle spedizioni di Liutprando nell’Italia Bisantina in mezzo ad altri avvenimenti accaduti tra il 738 e il 739, le abbia riferite a quell’epoca; infatti non sempre egli ha seguito l’ordine cronologico nella disposizione della materia, come ad esempio nel cap. 55, ove ad avvenimenti accaduti nel 738-739 ne succedono senza alcuna nota cronologica altri degli anni 731-7363, e d’altra parte l’«his diebus» con cui quel capitolo comincia, può riferirsi complessivamente alla materia del 54, che con la spedizione di Provenza giunge al 738-739. Ne segue adunque che la testimonianza di Paolo Diacono non pone in modo esclusivo, assoluto e incontestabile la spedizione di Ravenna al 738-7394; di più per quanto si voglia ammettere col Pinton
- ↑ Un bell’esempio si ha nella seconda recensione della Vita di Gregorio II (Liber pont, p. 407): «Ego tempore, per .xi. indictionem dolo a Longobardis» & e subito dopo «Eo autem tempore, indictione .xii., mense ianuarii» &c.
- ↑ Martens, Politische Geschichte des Langobardenreichs unter König Liutprand (712-744), Heidelberg Horning, 1880, p. 7.
- ↑ Soltanto quando ne ba compiuto il racconto e ritorna al fatto di Trasimondo, Paolo Diacono aggiunge come transizione «evolutis dehinc aliquot annis»; ma e nel principio del racconto e lungo il medesimo manca una frase qualunque che ne designi l’anteriorità rispetto agli avvenimenti riferiti nel primo periodo del capitolo.
- ↑ Il racconto delle guerre di Liutprando nell’Italia Bisantina può essere inteso come continuazione di quello cbe circa il medesimo tema nel cap. 49 giunge solo al 728