Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 12 (1870).djvu/315

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fra venezia e ravenna 21

con che viene a dire: Mandatemi due cavalli, tali ch’io possa cavalcare, di buona ossatura e così grassi e ben nutriti, che lodevoli in ogni loro parte compariscano degni del glorioso vostro nome. Questo può far credere che il cavallo giunto vivo fosse così mal ridotto pel disastroso viaggio, che il papa non potesse montarlo nè volesse pubblicamente comparirvi sopra.

E questa familiare dimanda può essere argomento dell’amicizia, della dimestichezza nata fra Carlo e papa Adriano.

VII. Carlomagno era stato spada e scudo della civiltà cristiana contro ai Saracini che ritemprati dall’Alcorano minacciavano di insignorirsi di tutta l’Europa. E già, più d’ogni altro stato ne temeva l’impero Greco, che nello ingrandimento de’ Saraceni vedeva forse la sua futura rovina, e sentendosi di dì in dì venir manco, chiedeva aiuti a quella giovine e crescente repubblica ognora piìi ricca e fiorente che nella varia fortuna avea tante volte sperimentata fedele, ed in guiderdone dell’aiuto accordava privilegi sempre maggiori a’ suoi mercatanti ed ai suoi dogi oziosi titoli di corte. Così quello di Protospatario parve al doge Tradenigo degnissimo premio per l’accorrere che fece con sessanta galere in aiuto all’armata greca contro i Saraceni.

«Contrari ai voti poi furo i successi,
«Che in fuga andò la gente battezzata»

E la sanguinosa disfatta dei cristiani nell’acque di Crotone l’anno 837, è rimasta pel rammentarla che fanno tutti gli storici mestamente famosa.

[Concordia fra i Veneziani ed i sudditi imperiali.] Non è invece così agevole il ritrovareri cordato negli scrittori che sogliono aversi più facilmente tra mano, il patto stretto fra i Veneziani ed i sudditi dell’imperatore Lotario in Italia, Pactum Inter subditos Lotharii imperatoris et subditos Tradenici ducis Venetiarum, con-