Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 12 (1870).djvu/335

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i porti della maremma senese 41

sente a niuna egregia cosa accendersi l’animo, la guarda e passa; e passerem’oltre anche noi.

Nel maggio del 1453 il camarlingo e gli esecutori della generale Gabella presero occasione da cerla controversia nata tra il podestà di Talamone ed alcuni mercatanti che avevano messa in quel Porto una buona quantità di perpignani, per lamentare «il disordine, la disuguaglianza e la grande varietà e paucità d’essa gabella de’ perpignani, e generalmente di tutte l’altre gabelle d’esso porto di Talamone». Chiedevano una più savia distribuzione nei prezzi delle gabelle, poiché queste erano ormai tanto fuori d’ogni dovere, che una soma di perpignani, che si’ vendeva duecento e quaranta fiorini, pagava di gabella quattro soldi soltanto; mentre la lana sucida, che valeva per ogni soma dodici fiorini, pagava di gabella dieci soldi, cioè «presso a due terzi più la lana che e’ pirpignani». E gli officiali predetti continuavano in questo loro ricordo alla Signoria scrivendo: «Tale materia gli muove ricorrere alle V, M. S. a ricordare tali disordini e mancamenti; e che facilmente, voltandoci l’occhio, credano e rendansi certi che d’esse cabelle se ne potrebbe cavare centonaia e centonaia di fiorini più che non se ne cavava ciascheduno anno, senza fare alcuno danno o mondamento d’esso Porto; come è di seta, grano, zafferano, veli, vai, guado, speziarle e molte altre cose, le quali In Talamone pagano poco o niente a rispecto delle cabelle del porto di Pisa; le quali cabelle di Pisa avemo voluto vedere e bene examinare e la loro grande varietà di quelle di Talamone; che non si paga a Talamone di 40 denari l’uno si paga in Pisa. Et acciò che ne potiate avere vera notizia, e vedere tale disordine e mancamento, vi

    sposa fuor della nostra porta fiorentina, fu l’argomento di una delle bellissime istorie dipinte nella libreria Piccolominea nel duomo di Siena dalla mano del Pinturicchio; sotto la quale stanno queste parole: Aeneas Federico III imp. Leonoram spoìisam exhibct et puclle laudis ac recjum Lusllanorum compleditur.