sotto i papi che regnarono da Martino V. a Paolo II.; mentre
la sezione seconda abbraccia i tre decennj, in cui prevalsero
gli interessi politici, regnanti Sisto IV., Innocenzo VIII.,
Alessandro VI. La terza sezione descrive l’andamento delle
scienze, lettere ed arti nel secolo del così detto rinascimento
ossia del dominio degli «umanisti», con particolar riguardo a
Roma, la quale, dopo lunga inazione, finalmente, quantunque
maggiormente con forze non sue, riprese il posto dovutole nel
lavoro e nella storia dell’incivilimento. L’VIII° libro contiene
il Secolo di Leone X., e va ripartito anch’esso in tre sezioni.
La prima tratta di Giulio II. e di Leone, la seconda d’Adriano VI.
e di Clemente VII., la terza delle lettere ed arti del secol
d’oro. Il libro IX° ed ultimo abbraccia quel gran periodo di
tempo, in cui, conosciuti i pericoli e per la chiesa e per la
società risultanti dal moderno andamento delle cose del
Pontificato, venne intrapresa la riforma cattolica, prevalendo
gli interessi ecclesiastici, i quali diedero nuovo aspetto anello
alla città di Roma. La prima sezione, la quale s’intitola:
Riforma della Chiesa, Mutamenti nello Stato, procede da
Paolo III. ad Innocenzo IX., la seconda, Roma e gli Stati
moderni, da Clemente VIII, alla morte di Gregorio XVI. La
terza sezione è dedicata alle colture e ai costumi del periodo
precitato. Nella conclusione dell’opera trattasi brevemente
del regno di Pio IX. Le opinioni dell’autore, e l’indole con
cui è dettato il libro, rendonsi manifeste per lo ultime parole,
le quali sono come un addio ai lettori. «Il Pontificato, oggidì
tanto indebolito nel potere suo materiale, è sorto vie più valido
per il potere morale. La sua missione è quella della pace, ma
d’una pace vera, forte, attiva, d’una pace la quale rianimi
invece d’infiacchire, d’una pace la quale riconosca e protegga
qualunque diritto, il diritto della chiesa al pari di quello dello
stato, il diritto della religione ma ancora quello della scienza,
chiamati non a combattere ma a cooperare l’uno coli’ altro;
d’una pace, che non si può stabilire se non mercè la giusta
proporzione tra l’autorità e la libertà. Così voglia Iddio!»
Il testo dell’opera di cui sommariamente abbiamo esposto
il contenuto, vien’ corredato di molte note indicanti le sorgenti
e la ricca suppellettile letteraria, di prospetti cronologici, e di
copiosa serie d’iscrizioni antiche e moderne, le quali servono
ad illustrare la storia e la topografia. Porgono eziandio grande
aiuto ai leggitori le numerose tavole genealogiche, principiando
da quelle dei Cesari e della schiatta d’Erode, abbracciando
tutte le dinastie sì italiane che estere le quali stanno in corre-