Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 13 (1871).djvu/385

Da Wikisource.

ossia labirinto d'amore 379

dizioni, per cui venne trasformata in vasta epopea la storia delle migrazioni dei popoli germanici, che fecero rovinare l’impero d’occidente. Giacchè l’Eccardo della Saga primitiva è il fedel guardiano degli Arlungi, nipoti d’Ermanrico e cugini a Teodorico re de’ Goti, il «Dietrich von Bern» degli antichi canti alemanni; giovani minacciati d’occulto tradimento cui tenta sottrarli il detto lor custode. In siffatta qualità esso appartiene alla Brisgovia, retaggio degli Arlungi, e alla città di Brisacco (Breisach), laddove oggidì ancora l’Eckartsberg ne porta il nome. Nella medesima Brisgovia, non lungi da Friburgo, evvi il Venusberg, dove dicevasi seduto l’Eccardo col suo bastone bianco. L’incontriamo anche nella tradizione dell’esercito ossia caccia infernale (Das wilde Heer, die wilde Jagd), il quale in varie parti di Germania e segnatamente nell’Odenwald, nei monti e valli che stendonsi tra il Reno, il Meno e il Neckar, corre per l’aria notturna, annunziando guerra e morbi. II fido guardiano, precedendo a queste turbe, ne dà il segnale ed ammonisce il popolo di fuggire il contatto cogli spiriti maligni1.

Nella mitologia germanica, Freia, la Dea della bellezza, non solo riunisce in sè, al pari di Venere, le due qualità dell’amor puro e dell’impuro, ma tiene eziandio dell’essenza delle divinità dell’Erebo, accozzando nella sua natura luce e notte, indole benigna e malefica, pari alla Dea occulta ossia la magna madre della terra, detta Hel, l’Ecate greca, la quale apparisce metà lucente, metà scura2. Tale duplice qualità della nordica Venere

  1. «Der getreue Eckhart» presso C. Simrock, Teutsche Mythologie, III ediz., Bonna, 1869, pag. 193, e Grimm, loc. cit., vol. I, pag. 356. C. Simrock, das malerische und romantische Rheinland. IV ediz., Bonna 1865, pag. 48-50.
  2. Simrock, Teutsche Mythologie agli articoli Freyja, Venusberg ec. Il libro di Enrico Kornmann: Mons Veneris, Frau Veneris Berg, Francoforte, 1614, contiene l’enumerazione, materiale ed inetta, delle varie tra-