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intorno a lodrisio crivelli 283

sadori, facendoli grande proferte et offerendoli de remeritarli di quanto la corona sua potrà col stato et con la persona, s’elli perseverano in bona amicitia con la I. S. V.a, come hano fatto perfin ad qui. Et dice questo Gentilhomo che quantunca li siano alcuni Svyzeri mal desposti perchè se gravano non gli essere fatta rasone in questa citate centra alcuni suoy debitori, nondimeno la liga perfin ad qui non so move ad guerra. Donde Don Gasparo l’ha molto confortato ch’el non dubiti, come la Ex.tia vra sia gionta qui personalmente in queste proxime ferie, la provederà ad tuti questi mancamenti, per modo sera fatta sua rasone ad ciascuno. Nel che pare questo Gentilhomo confida asay. Et ha offerto quando la I. S. V.a sia qui, s’ella vorà vedere, di mostrare tute le letere originale de li predicti Signori, scritte ad la prefata liga. De le qual cose m’è parso digno in questo mezo darne aviso ad la I. S. V. per le ambassate et risposte gli accadano ad la giornata, vedendo mi per le risposte de la Ex.tiaa vra esserli grato. Ad la qual iterato summamente me ricomando. Date Mediolani xxu decembris 1452.

E. Ill.me D. D.

fidelissimus servus Leodrysius de Crivellis


(a tergo) Illustrissimo principi et Excellen.mo
dno dno suo singularissimo dno
Duci Mediolani atque Papie
Auglerieque Corniti ac Cremone
dno.

Nel 1456, riaffermatasi in Genova la signoria di Pietro da Campofregoso con quell’accorgimento che fu troppo stigmatizzato da storici che mal capivano lo spirito politico del Quattrocento1, Francesco Sforza mandava a trattare con lui certi affari il cancelliere Lodrisio: abbiamo ancora l’atto di delegazione a procuratore del Duca in data 16 agosto di quell’anno2. Nuove incombenze riceveva nel 1458: prima, il 27 febbraio, recitava un nuovo panegirico del suo signore3, poi, nel settembre ed ottobre, si recava presso

  1. Varese, Storia della repubblica di Genova, t. III, pp. 337-339, Genova, Gravier, 1875.
  2. Arch. di Stato di Milano: Atti ducali: Reg. H, f. 355 (Cfr. Reg. 0, f. 125).
  3. Si conserva nell’Ambrosiana di Milano, cod. O, 57.