Pagina:Aretino, Pietro – Il secondo libro delle lettere, Vol. I, 1916 – BEIC 1734070.djvu/62

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mi appartiene per patria e per sangue; e tanto godo de l’abito che tenete indosso, quanto la elezzione de la bontá, e non la forza de la disperazione, ve ne ha vestito: dei che ne ringrazio colui che vi ha spirato a far ciò, e lodo voi, che avete saputo ciò fare. Ma è pur bella grazia il ben vivere, e bellissima virtú la sua discrezione, la quale opera cose laudabili e cose ottime. Egli avezza la castitá a scordarsi del diletto de la impudicizia e insegna a la continenza a sofferire gli stimoli de la lascivia. Ed è miracolo in voi che, in sul furore de la gioventú, vi difendiate dal desiderio dei giocondi appetiti. Onde ne ritrarrete la palma, se vi recate su la fermezza de la perseveranza, facendo guerriera la ragione, la quale, entrando in battaglia coi sensi, deve con allegro sembiante parlare a la ubidienza, a la bontá, a la virtú, a l’umiltade, a la grazia, a la modestia, al costume e a la natura, riducendogli innanzi tutte le persecuzioni, con chi la voluttá corrumpe il puro, il candido e il vago de l’anima; dipoi vituperare col biasimo i piaceri del vedere, de l’udire, del gustare, del toccare e de l’odorar loro, dimostrando a lo spirito la indubitata salute sua e la grandezza dei guiderdoni di Dio, la clemenza del quale risguarda tuttavia l’azzioni nostre. Insomma essa ragione, militando con i suoi aversari, dee simigliarsi al capitano degli esserciti, la cui prudenza valorosamente, inanzi che egli combatta, spiana ai soldati suoi il torto fattogli dai nimici e, biasimando i lor gesti, assecura le genti, che stanno per movere il ferro, de la vittoria promissagli dal cielo e da la giustizia: poi, fatto émpito ne le schiere, le disperge. Come dispergerete voi lo stuolo de le sensualitá, se per lo inanzi, con l’armi de la fedel pacienzia, sosterrete gli assalti de le morbidezze mondane, ne la maniera che gli avete sostenuti per lo adietro. Onde il vostro spirito trionferá in sul carro del premio, coronato dai raggi de la vera gloria.

Di Vinezia, il 28 di giugno 1538.