Pagina:Aretino, Pietro – Il secondo libro delle lettere, Vol. I, 1916 – BEIC 1734070.djvu/74

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di amorevolezza, vi move a onorare i deboli meriti miei. E, come si sia, eccomi pronto in consentire ciò che agrada a la bontá di Quella.

Di Vinezia, il io di luglio 1538.

CCCLXXXV

A MESSER ALESSANDRO VITALI

E giusto che egli desideri tornare da Venezia ad Arezzo. Il naturale amore de la patria genera il dolce desiderio di vivere in quella. Perciò, o figliuolo, non mi maraviglio che lasciate Vinezia, dove siamo, per Arezzo, dove volete essere. E tanto piú so che bramate di ritornarci, quanto gli anni fanciuleschi vi fanno tenero de la presenza del padre, il quale avendo solo voi, è da credere che siate il sostegno de la sua speranza e il lume de la sua vecchiaia. Si che andate in pace e, giunto ivi, non macchiate il candido de la gioventú con la lordezza dei suoi appetiti, se volete che l’etá di tempo in tempo vi maturi i frutti de la reputazione ne la quiete civile. Intanto con lo scrivermi spesso dimostratemi d’avere caro l’affezzion ch’io vi porto.

Di Vinezia, il 11 di luglio 1538. CCCI.XXXVI AI FRATI IN NOME D’UN FRATE Rinunzia al priorato. Le bontá vostre, padri, che cercano tuttavia di simigliarsi a quella di Cristo, imitando il suo largire de le grazie, si sono inclinate a ornare la umiltá mia del priorato. Onde, in quanto al buon volere, ringrazio il zelo che vi mosse a darmelo; ma,