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174 vi - stanze

10
     Come la notte ogni fiammella è viva,
e riman spenta subito ch’aggiorna;
cosí, quando il mio sol di sé mi priva,
mi leva incontro il rio timor le corna;
ma non si tosto all’orizonte arriva,
che ’l timor fugge e la speranza torna.
Deh! torna a me, deh torna, o caro lume,
e scaccia il rio timor che mi consume!
11
     Se ’l sol si scosta e lascia i giorni brevi,
quanto di bello avea la terra asconde;
fremono i venti e portan ghiacci e nievi,
non canta augel né fior si vede o fronde;
cosí qualor avvien che da me levi,
o mio bel sol, le tue luci gioconde,
mille timori, e tutti iniqui, fanno
un aspro verno in me più volte l’anno.
12
     Deh! torna a me, mio sol; vieni e rimena
la desiata dolce primavera;
sgombra i ghiacci e le nievi, e rasserena
la mente mia sí nubilosa e nera.
Qual Progne si lamenta o Filomena,
ch’a cercar esca ai figliolini it’era,
e trova il nido voto; o qual si lagna
turture c’ha perduto la compagna.