Pagina:Ariosto, Ludovico – Lirica, 1924 – BEIC 1740033.djvu/258

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252 appendice prima

     Armate mentre che ’l nemico è armato;
non pensar d’acquistar, Cosmico, fama
per gir poi sol gracidando pel steccato.
               Pur, s’io serò chiamato,
non verrò piú cum lanza e scudo al brazo,
ché tu sei bestia da pigliar col lazo.

XV

Se la mia poesia non è perfetta,
è solo perché «canta d’un uom troppo vile».

     Parmi sentir che fuor la fama estenda
una tua opinion, non so se è bona,
che a questa nostra etá non è persona
che di compor ben versi il modo intenda.
     Io te scrivo ogni dí; parte ch’io prenda
la via de meritar l’aurea corona?
Dimme, questo mio stil come ti sona?
Ma fa che la passion qui non ti offenda.
     Che so che levarai subito il naso
perchè ho tolto a cantar i tuoi deffetti,
e dirai ch’io non vo ben a Parnaso.
     I bon iudici voglion esser netti;
ma tu de invidia e de ignoranzia vaso,
quel che non sai a iudicar ti metti.
                    Son boni i miei sonetti,
né in altro pecca, Cosmico, il mio stile,
se non che il canta d’un om troppo vile.

XVI

Ha cambiato nome per celare tutti i suoi malefici.

     Cosmico, il crede ognun ch’abbi dismesso
el primo nome tuo per acquistare
fama e parer fra gli altri singulare,
né san che a ciò tu sei con fraude messo;