Pagina:Ariosto, Ludovico – Orlando furioso, Vol. I, 1928 – BEIC 1737380.djvu/338

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332 canto


36
     Cosí de le vittorie le qual, poi
ch’un gran numero d’anni sará corso,
daranno a Carlo i capitani suoi,
facea col duca Andronica discorso:
e la compagna intanto ai venti eoi
viene allentando e raccogliendo il morso;
e fa ch’or questo or quel propizio l’esce,
e come vuol li minuisce e cresce.

37
     Veduto aveano intanto il mar de’ Persi
come in sí largo spazio si dilaghi;
onde vicini in pochi giorni fêrsi
al golfo che nomâr gli antiqui Maghi.
Quivi pigliaro il porto, e fur conversi
con la poppa alla ripa i legni vaghi;
quindi, sicur d’Alcina e di sua guerra,
Astolfo il suo camin prese per terra.

38
     Passò per piú d’un campo e piú d’un bosco,
per piú d’un monte e per piú d’una valle;
ove ebbe spesso, all’aer chiaro e al fosco,
i ladroni or inanzi or alle spalle.
Vide leoni, e draghi pien di tòsco,
et altre fere attraversarsi il calle;
ma non sí tosto avea la bocca al corno,
che spaventati gli fuggian d’intorno.

39
     Vien per l’Arabia ch’è detta Felice,
ricca di mirra e d’odorato incenso,
che per suo albergo l’unica fenice
eletto s’ha di tutto il mondo immenso;
fin che l’onda trovò vendicatrice
giá d’Israel, che per divin consenso
Faraone sommerse e tutti i suoi:
e poi venne alla terra degli Eroi.