Pagina:Ariosto, Ludovico – Orlando furioso, Vol. II, 1928 – BEIC 1738143.djvu/218

Da Wikisource.
212 canto


76
     Ma poi che ben m’avrai veduto in faccia,
all’altro desiderio ancora attendi:
resta ch’alla cagion tu satisfaccia,
che fa che dietro questa via mi prendi;
che veggi se ’l valor mio si confaccia
a quel sembiante fier che sí commendi. —
— Orsú (disse il pagano), al rimanente;
ch’al primo ho satisfatto interamente.—

77
     Il conte tuttavia dal capo al piede
va cercando il pagan tutto con gli occhi:
mira ambi i fianchi, indi l’arcion; né vede
pender né qua né lá mazze né stocchi.
Gli domanda di ch’arme si provede,
s’avvien che con la lancia in fallo tocchi.
Rispose quel: — Non ne pigliar tu cura:
cosí a molt’altri ho ancor fatto paura.


78
     Ho sacramento di non cinger spada,
fin ch’io non tolgo Durindana al conte;
e cercando lo vo per ogni strada,
acciò piú d’una posta meco sconte.
Lo giurai (se d’intenderlo t’aggrada)
quando mi posi quest’elmo alla fronte,
il qual con tutte l’altr’arme ch’io porto,
era d’Ettòr, che giá mill’anni è morto.

79
     La spada sola manca alle buone arme:
come rubata fu, non ti so dire.
Or che la porti il paladino, parme;
e di qui vien ch’egli ha sí grande ardire.
Ben penso, se con lui posso accozzarme,
fargli il mal tolto ormai ristituire.
Cercolo ancor, che vendicar disio
il famoso Agrican genitor mio.