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canto ventesimoquarto 255


108
     Vi giunse un messaggier del popul Moro,
di molti che per Francia eran mandati
a richiamare agli stendardi loro
i capitani e i cavallier privati;
perché l’imperator dai gigli d’oro
gli avea gli alloggiamenti giá assediati;
e se non è il soccorso a venir presto,
l’eccidio suo conosce manifesto.

109
     Riconobbe il messaggio i cavallieri,
oltre all’insegne, oltre alle sopraveste,
al girar de le spade, e ai colpi fieri
ch’altre man non farebbeno che queste.
Tra lor però non osa entrar, che speri
che fra tant’ira sicurtá gli preste
l’esser messo del re; né si conforta
per dir ch’imbasciator pena non porta.

110
     Ma viene a Doralice, et a lei narra
ch’Agramante, Marsilio e Stordilano,
con pochi dentro a mal sicura sbarra
sono assediati dal popul cristiano.
Narrato il caso, con prieghi ne inarra
che faccia il tutto ai duo guerrieri piano,
e che gli accordi insieme, e per lo scampo
del popul saracin li meni in campo.

111
     Tra i cavallier la donna di gran core
si mette, e dice loro: — Io vi comando,
per quanto so che mi portate amore,
che riserbiate a miglior uso il brando,
e ne vegnate subito in favore
del nostro campo saracino, quando
si trova ora assediato ne le tende,
e presto aiuto, o gran ruina attende. —