Pagina:Ariosto, Ludovico – Orlando furioso, Vol. II, 1928 – BEIC 1738143.djvu/294

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288 canto


24
     E s’ella lui Marte stimato avea,
stimato egli avria lei forse Bellona,
se per donna cosí la conoscea,
come parea il contrario alla persona.
E forse emulazion tra lor nascea
per quella gente misera, non buona,
ne la cui carne e sangue e nervi et ossa
fan prova chi di loro abbia piú possa.

25
     Bastò di quattro l’animo e il valore
a far ch’un campo e l’altro andasse rotto.
Non restava arme, a chi fuggia, migliore
che quella che si porta piú di sotto.
Beato chi il cavallo ha corridore,
ch’in prezzo non è quivi ambio né trotto;
e chi non ha destrier, quivi s’avede
quanto il mestier de l’arme è tristo a piede.

26
     Riman la preda e ’l campo ai vincitori,
che non è fante o mulatier che resti.
Lá Maganzesi, e qua fuggono i Mori:
quei lasciano i prigion, le some questi.
Furon, con lieti visi e piú coi cori,
Malagigi e Viviano a scioglier presti;
non fur men diligenti a sciorre i paggi,
e por le some in terra e i carrïaggi.

27
     Oltre una buona quantitá d’argento
ch’in diverse vasella era formato,
et alcun mulïebre vestimento
di lavoro bellissimo fregiato,
e per stanze reali un paramento
d’oro e di seta in Fiandra lavorato,
et altre cose ricche in copia grande;
fiaschi di vin trovâr, pane e vivande.