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trentesimoterzo 9


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     Ma la sua gente ch’a difesa resta
del nuovo regno, ha ben contraria sorte;
che Ferrante, con l’opra che gli presta
il signor mantuan, torna sí forte,
ch’in pochi mesi non ne lascia testa,
o in terra o in mar, che non sia messa a morte:
poi per un uom che gli è con fraude estinto,
non par che senta il gaudio d’aver vinto. —

33
     Cosí dicendo, mostragli il marchese
Alfonso di Pescara, e dice: — Dopo
che costui comparito in mille imprese
sará piú risplendente che piropo,
ecco qui ne l’insidie che gli ha tese
con un trattato doppio il rio Etïopo,
come scannato di saetta cade
il miglior cavallier di quella etade.

34
     Poi mostra ove il duodecimo Luigi
passa con scorta italiana i monti,
e svelto il Moro, pon la Fiordaligi
nel fecondo terren giá de’ Visconti.
Indi manda sua gente pei vestigi
di Carlo, a far sul Garigliano i ponti;
la quale appresso andar rotta e dispersa
si vede, e morta, e nel fiume summersa.

35
     Vedete in Puglia non minor macello
de l’esercito franco in fuga volto;
e Consalvo Ferrante ispano è quello
che due volte alla trappola l’ha colto.
E come qui turbato, cosí bello
mostra Fortuna al re Luigi il volto
nel ricco pian che, fin dove Adria stride,
tra l’Apenino e l’Alpe il Po divide. —