Pagina:Ariosto, Ludovico – Orlando furioso, Vol. III, 1928 – BEIC 1739118.djvu/344

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338 canto


40
     tal Bradamante si dolea, che tolto
le fosse stato il suo Ruggier temea,
di lacrime bagnando spesso il volto,
ma piú celatamente che potea.
Oh quanto, quanto si dorria piú molto,
s’ella sapesse quel che non sapea,
che con pena e con strazio il suo consorte
era in prigion, dannato a crudel morte!

41
     La crudeltá ch’usa l’iniqua vecchia
contra il buon cavallier che preso tiene,
e che di dargli morte s’apparecchia
con nuovi strazii e non usate pene,
la superna Bontá fa ch’all’orecchia
del cortese figliuol di Cesar viene;
e che gli mette in cor, come l’aiute,
e non lasci perir tanta virtute.

42
     Il cortese Leon che Ruggiero ama
(non che sappi però che Ruggier sia),
mosso da quel valor ch’unico chiama,
e che gli par che soprumano sia,
molto fra sé discorre, ordisce e trama,
e di salvarlo al fin trova la via,
in guisa che da lui la zia crudele
offesa non si tenga e si querele.

43
     Parlò in secreto a chi tenea la chiave
de la prigione; e che volea, gli disse,
vedere il cavallier pria che sí grave
sentenzia, contra lui data, seguisse.
Giunta la notte, un suo fedel seco have
audace e forte, et atto a zuffe e a risse;
e fa che ’l castellan, senz’altrui dire
ch’egli fosse Leon, gli viene aprire.