Pagina:Ariosto, Ludovico – Orlando furioso, Vol. III, 1928 – BEIC 1739118.djvu/389

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quarantesimosesto 383


100
     Vedesi quivi chi è buon cavalliero;
che vi son mille lancie il giorno rotte:
fansi battaglie a piedi et a destriero,
altre accoppiate, altre confuse in frotte.
Piú degli altri valor mostra Ruggiero,
che vince sempre, e giostra il dí e la notte;
e cosí in danza, in lotta et in ogni opra
sempre con molto onor resta di sopra.

101
     L’ultimo dí, ne l’ora che ’l solenne
convito era a gran festa incominciato;
che Carlo a man sinistra Ruggier tenne,
e Bradamante avea dal destro lato;
di verso la campagna in fretta venne
contra le mense un cavalliero armato,
tutto coperto egli e ’l destrier di nero,
di gran persona, e di sembiante altiero.

102
     Quest’era il re d’Algier, che per lo scorno
che gli fe’ sopra il ponte la donzella,
giurato avea di non porsi arme intorno,
né stringer spada, né montare in sella,
fin che non fosse un anno, un mese e un giorno
stato, come eremita, entro una cella.
Cosí a quel tempo solean per se stessi
punirsi i cavallier di tali eccessi.

103
     Se ben di Carlo in questo mezzo intese
e del re suo signore ogni successo;
per non disdirsi, non piú l’arme prese,
che se non pertenesse il fatto ad esso.
Ma poi che tutto l’anno e tutto ’l mese
vede finito, e tutto ’l giorno appresso,
con nuove arme e cavallo e spada e lancia
alla corte or ne vien quivi di Francia.