Pagina:Ariosto, Ludovico – Orlando furioso, Vol. III, 1928 – BEIC 1739118.djvu/418

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412 nota

ultima intenzione. Si sa quanto contino le leggi d’ortografia e d’altro per l’Ariosto. Né, in ogni caso, quest’es. rimane isolato: mi torna alla memoria un altro passo, l’inno che scioglie Medoro alla Natura amica ai suoi felici amori, ove la fresca e oscura spelonca di AB diventa nell’ultima ediz. una spelunca (XXIII 108, 2).

Affermandosi la superioritá assoluta del Tipo 2° sull’altro, non fu tenuto conto, naturalmente, degli errori di stampa: ad ogni modo non sará inutile aggiungere che, sia direttamente (cfr. I 21, 5, 38, 4) sia indirettamente, essi vengono a confermarla.

Sacripante innamorato di lei, a pochi passi da Angelica non veduta scende stanco e accorato in riva al fiume,

          e ’n (in B) un suo gran pensier tanto penetra,
          che par cangiato in insensibil pietra (petra B) AB.

Il primo verso, che nel Tipo 1° risulta corretto come segue:

          et in un gran pensier tanto penetra,

ci è presentato dal Tipo 2° in questa bella forma:

          e in suo gran gran pensier tanto penetra I 39, 7.

Se è vero ciò che si è osservato sin qui, questo pasticcio rappresenta solo una correzione fraintesa. Penso che il Poeta, rileggendosi il verso in B, sia rimasto un po’ fastidito da quei cinque monosillabi che si rincorrono, ed abbia ritoccato (Tipo 1°). Poi, a guardar meglio, vide che quelle tali parolette turbano piú l’occhio che l’orecchio, e che quel bellissimo suo non si poteva sacrificare: e ci tornò sopra, e tornò alla prima ispirazione. Noi, col Lisio, non esitiamo a leggere:

          e in un suo gran pensier tanto penetra,

restituendo all’Ariosto un magnifico verso ch’era mascherato da un errore di stampa1.

  1. Ricordo, prima d’abbatidonarlo, che nello stesso foglio di Tipo 2° si osservano lievi divergenze da esemplare ad esemplare, nel senso che certi errori di stampa in alcuni risultano corretti. Cosí m, che di tutti è il men buono, a differenza degli altri stampa dōmando I 68, 6.