Pagina:Ariosto - Commedie, Venezia 1551.djvu/6

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[versione diplomatica]

PROLOGO

PRIMO DE LA LENA

INANZI CHE FVSSE

AMPLIATA DI

DVE SCENE.


D
I anzi ch’io ueddi queſti Gĕtilhomini.

Qui ragunarſi, e tante belle gioueni,
Io mi credea per certo che uoleßino
Ballar, che ’l tempo me lo par richiedere:
E per queſto mi ſon ueſtito in maſchera.
Ma poi ch’io ſono entrato in una camera
Di queſto, & ha ueduto circa a ſedici
Perſone, traueſtite in diuerſi habiti,
E che ſi dicon l’un l’altro, e riſpondono
Certi uerſi, m’auueggio che far uogliono
Vna dele ſciocchezze che ſon ſoliti,
Ch’eßi comedie chiamano e ſi credono
Di farle bene. Io che ſo quel che dettomi
Ha il mio Maſtro, che fra le Poetiche
Inuention, non è la piu difficile,


[versione F.L. Polidori]

PROLOGO

PRIMO DELLA LENA

INNANZI CHE FOSSE

AMPLIATA DI

DUE SCENE.


D
Ianzi ch’io veddi questi gentiluomini

Qui ragunarsi, e tante belle giovani,
Io mi credéa per certo che volessino
Ballar, chè ’l tempo me lo par richiedere;
E per questo mi son vestito in maschera.
Ma poi ch’io sono entrato in una camera
Di questo, ed ho veduto circa a sedici
Persone travestite in diversi abiti,
E che si dicon l’un l’altro e rispondono
Certi versi, m’avveggio che far vogliono
Una de le sciocchezze che son soliti,
Ch’essi Commedia chiamano, e si credono
Di farle bene. Io che so quel che detto mi
Ha il mio maestro, che fra le poetiche
Invenzïon non è la più difficile,


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