Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/388

Da Wikisource.


[78]
Venner da le parole alle conteſe
     A i gridi, alle minaccie, alla battaglia,
     Che per molt’ira in piú fretta s’accefe
     Che s’accendeſſe mai per fuoco paglia,
     Rodomonte ha l’ofbergo & ogni arneſe,
     Sacripante non ha piaſtra ne maglia:
     Ma par (ſi ben con lo ſchermir s’ adopra)
     Che tutto con la ſpada ſi ricuopra.

[79]
Non era la poſſanza e la ſierezza
     Di Rodomonte (anchor ch’era inſinita!
     Piú che la prouidenza e la deſtrezza
     Con che ſue ſorze Sacripante aita,
     Non volto ruota mai con piú preſtezza
     Il macigno ſouran che’l grano trita:
     Che faccia Sacripáte, hor mao hor piede
     Di qua di la doue il biſogno vede.

[80]
Ma Ferrau, ma Serpentino arditi
     Traffon le ſpade, e ſi cacciar tra loro:
     Dal Re Grandonio, da Iſolier ſeguiti
     Da molt’ altri Signor del popul Moro:
     Queſti erano i romori iquali vditi
     Ne l’altro padiglion fur da coſtoro
     Quiui per accordar venuti in vano
     Col Tartaro Ruggiero, e’l Sericano.

[81]
Venne chi la nouella al Re Agramante
     Riporto certa, come pel deſtriero
     Hauea con Rodomonte Sacripante
     Incominciato vn’aſpro aſſalto e fiero,
     Il Re confuſo di diſcordie tante
     Diſſe a Manilio, babbi tu qui penſiero
     Che ſra queſti guerrier nò ſegua peggio
     Mentre all’altro diſordine io proueggio.

[82]
Rodomonte che’l Re ſuo Signor mira
     Frena l’orgoglio, e torna Idietro il paſſo
     Ne con minor riſpetto ſi ritira
     Al venir d’ Agramante il Re Circaſſo,
     Quel domanda la cauſa di tant’ ira
     Con real viſo e parlar graue e baffo:
     E cerca, poi che n’ha compreſo il tutto
     Porli d’accordo, e no vi fa alcun ſrutto.

[83]
Il Re Circaſſo il ſuo deſtrier non vuole
     Ch’ai Re d’Algier piú lungamente reſti
     Se non s’ humilia tanto di parole
     Che lo vèga a pregar che glie lo preſti,
     Rodomonte ſuperbo come ſuole
     Gli riſponde, ne’l ciel ne tu fareſti
     Che coſa che per ſorza hauer poteſſi
     Da altri che da me mai conoſceſſi,

[84]
Il Re chiede al Circaſſo, che ragione
     Ha nel cauallo, e come gli ſu tolto,
     E quel di parte in parte il tutto eſpone
     Et eſponendo s’ arroſſiſce in volto,
     Quando gli narra che’l fottíi ladrone
     Ch’in vn’alto penſier l’haueua colto:
     La fella ſu quattro haſte gli fuffolſe :
     E di ſotto il deſtrier nudo gli tolſe.

[85]
Marphiſa che tra glialtri al grido venne
     Toſto che’l ſurto del cauallo vdi
     In viſo ſi turbo, che le ſouenne
     Che perde la ſua ſpada ella quel di,
     E quel deſtrier che parue hauer le pène
     Da lei ſuggendo, riconobbe qui,
     Riconobbe ancho il buon Re Sacripáte
     Che non hauea riconoſciuto inante