Pagina:Aristofane - Commedie, Venezia 1545.djvu/282

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d'aristofane. 141
La.
Son di mala voglia.
Di.
Et io ho affanno.
La.
Che mi conturbi tu?
Di.
Che mi mordi tu?
La.
Povero me, la scaramuccia, e la grace concursione.
Di.
Qualch’uno ha cercato le comparationi de libami.
La.
Oime, oime, Peone Peone.
Di.
Peonia adesso non si ritrova.
La.
Pigliatemi, pigliate le gambe mie, oime pigliatemi ò dilettissimi.
Di.
E voi pigliatemi ambedue in mezzo de la caviglia, ò dilettissime.
La.
La testa mi duole percossa da la pietra, le tenebre mi offuscano.
Di.
Et io voglio dormire, e dogliomi, e le tenebre mi offuscano.
La.
Portatemi fuora in quello di Pittalo con l'Apollinari mani.
Di.
Portatemi a li giudici, dove è il re, datemi l'olla mia, ò la pelle in premio.
La.
Alcun mi ha cacciato la lancia per le ossa, onde ne piango io.
Di.
Vedete voi questo luogo vacuo?
Di.
Tenella e Callinico.
Di.
Tenella se pur ò vecchio dici Callinico io ho pigliato la tazza, da devere il puro liquore.

co.


Co.