Pagina:Arrighi - La scapigliatura e il 6 febbrajo, Milano, Redaelli, 1862.djvu/175

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que facesse forza per non lasciarsi sedurre da questa tentazione, quasi che ne provasse vergogna, aveva preso da quella parte.

L’uomo grave sdegnava di rompere un’abitudine per una specie di capriccio della mente. Gli pareva debolezza accondiscendere, e credeva di mettere in pratica un famoso detto dell’antica filosofia col vincere sè stesso, laddove c’era così piccolo bisogno di vincere. Noemi gli stava fissa in mente dinanzi, però; e quest’imagine, che or gli faceva l’effetto di un rimprovero, ora di una minaccia, gli turbava fieramente il suscitato orgoglio. Il rimprovero accennava al passato; e gli faceva risentire un po’ di quel rimorso acquietato poco prima pensando ai sùbiti guadagni di borsa. La minaccia accennava all’avvenire; e gli faceva riprovare, non la trepida e modesta paura d’un uomo che ama, ma il cruccio ingeneroso d’un marito che pensa a’ proprii diritti, e teme di vederli offesi.

Si trovò sulla porta di casa sua senz’accorgersi. Le gambe ve l’avevano portato. Consultò l’orologio: erano le nove e mezza. Entrò; e dal cortile scorgendo attraverso le vetriate il lume nella camera da letto di Noemi, montò le scale ed entrò da lei.


La camera da letto di sua moglie era divisa dalla sua da un’ampia galleria di quadri. Da marito prudente, il Dal Poggio aveva adottata questa misura fin dal primo giorno del suo ritorno dal viaggio di nozze; misura che si potrebbe chiamare il termo-