Pagina:Arrighi - La scapigliatura e il 6 febbrajo, Milano, Redaelli, 1862.djvu/224

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palpar delle monete — Adesso che è proprio venuto il tempo di raccogliere, lei vuole staccarsi?

— Di raccogliere! Raccogliere che cosa?

— Ma il frutto. A me m’han detto di star pronto per sabbato sull’imbrunire.

— Lo so; ma io non voglio saperne.

— Perchè?

— Perchè è una pazzia; perchè non potremmo che farci impiccar tutti senza ottenere un filo; perchè il paese non ne sa nulla, e non è ancora preparato abbastanza, e ci lascerà scannare come tanti agnelli... Capisci il perchè?

— La vuol dire? Com’è dunque che fu combinata la cosa?

— La cosa fu combinata da chi non sa nulla di nulla, e crede di veder domani insorgere tutta la Lombardia, come un barile di polvere in cui cada una scintilla. Ma invece la scintilla questa volta sarà spenta prima di giungere neppure al coperchio. Del resto è inutile ch’io getti il mio fiato ora con te. Da questo punto io rinuncio a qualunque grado, a qualunque incarico di questo genere. Mettitelo bene nella memoria. I denari te li ho dati... ho fatto il mio dovere finora. Fa conto di non avermi mai visto, nè conosciuto di tua vita. Hai inteso?

— Ho inteso.

— Bravo. Adesso tu ritorna alla Foppa per di là; io me ne vado per di qua, e che Dio ve la mandi buona.

Così dicendo Emilio volse le spalle al popolano, e s’incamminò verso casa.