Pagina:Arrighi - La scapigliatura e il 6 febbrajo, Milano, Redaelli, 1862.djvu/302

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l’idea! Là... si combatte e si muore... Addio, mio buon tutore... Se vinceremo, forse mi rivedrete; ... se no, pregate pel vostro povero amico... pel figlio vostro; ... questo sarà l’ultimo suo bacio.

Così detto, piangendo strinse fra le palme la testa del buon vecchio, e impresse un caldo, amorosissimo bacio su quella veneranda canizie; ... poi fe’ per spiccarsi da lui.

Il tutore, all’udir quelle parole disperate cercava di trattenerlo cingendogli la vita colle braccia:

— No, lasciatemi, lasciatemi! — gridò Emilio. E svincolandosi energicamente uscì a forza da quell’abbraccio, e ributtato contro il letto il buon vecchio, aperse a precipizio l’uscio, attraversò come un lampo l’anticamera e mosse a salti giù per la scala.

Il professore, quantunque per la sua età agile ancora, perdè la speranza di tenergli dietro fin dal primo gradino. Pure risoluto a non lasciarlo solo e sperando di raggiungerlo più lungi, uscì anch’egli in istrada, e mosse frettoloso verso il luogo donde gli giungeva un rumore di battaglia.


Veloce come turbine Emilio si era slanciato a corsa nella via deserta, finchè, sboccato sul corso di Porta Comasina, vide quattro popolani che stavano ergendo una barricata. Un omnibus, che era giunto in quel luogo al trotto lento de’ suoi due ronzini, trovato l’ostacolo, aveva dovuto arrestarsi; uno di quei quattro animosi, che teneva in mano