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MUSICA E MUSICISTI ITALIANI IN POLONIA 115

questo nunzio a portare in Polonia1 ed a farla gustare lusica del Palestrina, che prese presto voga.

La Cappella orchestrale del Re, che a detta della marescialla di Guèbriant, era la prima d'Europa, si componeva di 50 musicisti, italiani per la maggior parte.

Era direttore di questa orchestra il maestro Marco Scacchi, romano, nativo di Gallese, che la dirigeva fin dall'epoca della morte di Pacelli. Prima donna era Margherita Cattaneo, milanese, soprano, col titolo ufficiale di Cantatrice della Regina.

Nel 1635 si rappresentò con grande lusso il dramma in dieci scene: Dafne cangiato in Lauro, di Geremia Pascati, alla presenza del Re, dei principi fratelli di Ladislao, e dei grandi dignitari dello Stato. L'anno seguente con grande magnificenza venne rappresentato durante la quaresima il dramma sacro Giuditta, del marchese Francesco Bibboni, gentiluomo di camera del Re.

Nel 1637, per l'occasione della nozze di Ladislao con l'arciduchessa Cecilia Renata d'Austria, si rappresentò a Varsavia, con straordinario lusso, la Santa Cecilia, opera di musica di M. Scacchi, versi si V. Puccitelli, segretario italiano del Re, persona di grande ingegno, assai stimata da tutta la Corte. A quest'opera fece seguito la rappresentazione del ballo I Gladiatori00, e poche settimane dopo un altro dramma in versi, pure di Puccitelli, con intermessi musicali, intitolato Il Ratto d'Elena, apparve sulle scene del teatro di Corte seguito dal ballo La Prigione d'Amore.

Nel 1638 venero rappresentati: Narciso trasformato, dramma mitologico, versi di Fr. Gerardi, altro segretario italiano del Re, ed il ballo l'Africa spplicante.

Per la nascita del principe ereditario Sigismondo Casimiro, il Puccitelli scisse due drammi in versi: Armida abbandonata e Enea e Didone, con intermezzi melodici, che ottennero un grandissimo successo.

Morta però la Regina nel 1644, per alcuni anni il teatro rimase chiuso: il Re, immerso nel più profondo dolore, si diede con passione alla musica sacra, affinchè nel 1646, allorchè passò a seconde nozze con Maria Luisa Gonzaga di Mantova, la celebre e sventurata amica dell'infelice scudiero di Luigi XIII, Cinq-Mars, i battenti del teatro Reale si apersero a nuove e splendide rappresentazioni.

maria luisa di gonzaga regina di plonia 1650. Collezione d'Autore. Giù il Municipio di Danzica, prima città polacca, toccata dalla nuova Regina, aveva fatto rappresentare in suo onore il dramma marte ed Amore di Michel Angiolo Brunieri, poeta e musicista di vaglia.

Giunta a Varsavia, al teatro di Corte fu rappresentato per questa fausta occasione: Le nozze di Psiche e di Amore, dramma in versi di V. Puccitelli, con prologo contenente elogi allegorici alla sovrana, musica di Marco Scacchi. Archivio di Stato, Milano. Bolzoni e Logi, ingegneri al servizio di Ladislao, misero insieme un ballo di grande effetto: L'Aquila Bianca (aquila di Polonia), circondata da quattro altre aquile minori, raffiguranti gli Stati vassalli della Polonia. Il soggetto patriottico di questo ballo era stato ideato da due prelati italiani, amici e confidenti del Re, i monsignori Ciampoli e Fantoni.

La Gonzaga, i cui gusti artistici si accordavano con quelli del Re, suo consorte, fece della Corte

  1. Monsignore Onorato Visconti, Vescovo di Jesi, Legato pontificio in Polonia, era dei Visconti Conti di Saliceto, famiglia che ancora esiste rappresentata dal vivente conte Alfonso Visconti di Saliceto colla figlia Valentina, residenti a Cernusco sul Naviglio e dal conte Galeazzo colla consorte Luisa Morelli di Popolo, residenti a Rosasco in Lomellina ed a Tremezzo sul lago di Como.