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LE MINIERE CINABRIFERE DEL SIELE 207

è stata ripetuta quattro volte, in diverse località.... ed io ho decretato a me stessa una medaglia al valore.... minerario!

Con qeust'ultimo razzo finale, la visita nell'interno è finita. Si risale nell'ascensore, ed io stanca, sudicia, sudata, gelata, stravolta ed affamata ritorno alla luce del giorno. Divino giorno! Non mai l'oro del sole, l'azzurro del cielo, il verde degli alberi, la porpora, il cobalto, il croco delle corolle, mi erano parsi più smaglianti e più giocondi, all'occhio ed al cuore!

Rimondati dai nostri sudiciumi minerai, il mezzogiorno di chiama a tavola, ove uno squisitissimo pranza ed una eletta conversazione mi ritemprano il corpo e lo spirito. È l'ora delle informazioni e delle indiscrezioni.

Nelle miniere del Siele lavorano 400 operai, divisi in squadre: la durata della giornata di lavoro è di poco più di otto ore, ma intramezzate da un riposo che le riduce a meno di otto. Gli operai vengono tutti da pesi vicini, Santafiora e Castellazzara e da frazioni prossime: pochissimi abitano sul luogo. Anche la vicinanza relativa delle loro dimore e la durata abbastanza breve del lavoro, rende inutili cooperative alimentari, infermerie, ecc., annesse allo Stabilimento. V'è una dispensa, soltanto, ed una medicheria ben fornita per le prime necessità.

preparazione del minerale.

La Società, ora, e prima la benemerita Ditta proprietaria, ha cura che l'operaio non abbia ragione di lamenti e, quindi, di indisciplina. Con amorevolezza e con fermezza, concedendo quanto eè concedibile senza danno dei lavori, trattando tutti con giustizia e con riguardo, si è riusciti a preservare lo Stabilimento da ogni avventura più o meno socialista. L'indole di quei maremmani della montagna è ruvida ma buona e docile: fanno il loro primo maggio, ma lo celebrano con messe cantate e con funzioni religiose. Questo miscuglio di cose ottime e mediocri, consente la tranquillità degli animi ed il buon accordo in generale. Anche con le continue migliorie tecniche, intese ad eliminare più che si possa i disagi ed i pericoli del lavoro, penoso e malsano, la Ditta si è guadagnata la riconoscenza dei suoi operai.

essiccatoi. Con ventilatori, pompe, argani, azionati elettricamente, con tutta una rete di pozzini interni, caminetti, scenderie, e sopra tutto con l'adozione dei forni Cermack-Spirek, per la combustione del minerale e l'estrazione del metallo — si è reso più facile, più igienico, più rapido il lavoro anche alla maggiori profondità.

Il pranzo è appunto finito. L'ingegnere Spirek in persona uno dei geniali inventori, mi guida ai forni. Anche qui il lavoro ferve; il minerale, dopo essicazione, viene spezzato a colpi di martello da donne, poichè ogni prezzo abbia quel dato maggior calibro. Così ridotto, è caricato su carrelli, che lo rovesciano sopra una vasta lastra di ferro, forata di buchi rotorndi. Sotto la lastra, è l'edificio del forno, un vero edificio a parecchi piani, pieni di finestrini a persiane di ferro. Il minerale cade, a traverso i fori della lastra, entro il piano più alto, poi, con progressione matematica, giù giù, fino al-