Pagina:Ars et Labor, 1906 vol. I.djvu/226

Da Wikisource.
210 ARS ET LABOR

Ma Jacob non ebbe molto tempo da concedere a pensieri di questo genere. Il consulto del mattino, non essendo stato incoraggiante, i suoi due cugini necessitarono tutta la simpatia ed il conforto di cui poteva disporre. Nel pomeriggio egli li accompagnò fino all’ Hotel Saint-Germain. Il Duca, affetto da ipocondria nervosa, non poteva dormire in mezzo al frastuono di Parigi, ed era avvezzo a un certo appartamento del famoso Hotel de la ‘Terrasse che si faceva spesso riservare. Jacob lo lasciò verso le sei con suo figlio, e tornò a Parigi per pranzare. Doveva incontrarsi al caffè Gaillard con un attachè d’ambasciata, suo antico compagno d'Oxford. Si vestì all'Hotel du Rhin, ed uscì a piedi verso le sette per andare al suo appuntamento. Passando da rue de la Paix, egli osservò, davanti all’ Hotel Mirabeau, una carrozza carica di bagagli. Con suo grande stupore riconobbe Warkworth nel viaggiatore che usciva dall'albergo, seguìto dal portiere.

Il giovane ufficiale sembrava assai pressato e di cattivo umore. Saltò in carrozza senza badare affatto ai due sommeliers e al portiere che lo circondavano in attesa d'una mancia; e quando il portiere, in tono duro, gli ebbe chiesto che ordini doveva dare al cocchiere, Warlkworth, dal finestrino, gridò egli stesso :

D'abord à la gare de Sceaux! Puis, je vous dirai. Mais depéchez-vous.

La carrozza si allontanò, e Delafield proseguì la sua strada.

Suonavano le sette e mezzo a tutti gli orologi di Parigi! E l'intenzione di Warkworth, quella mattina, era di partire dalla Gare di Lyon alle 7,15. Ma a quanto pareva, egli era invece diretto alla stazione di Sceaux, punto da cui nessun essere ragionevole poteva supporre di mettersi in viaggio per la città Eterna.

Un pensiero, un sospetto penetrò come il baleno nel cervello di Delafield, facendo battere forte il suo cuore. Più tardi gli fu impossibile di spiegare l'origine di quel sospetto, e ancora meno la forza straordinaria che invase improvvisamente tutte le sue facoltà. Nei momenti di mistica emozione che attraversò in seguito egli sentiva la segreta convinzione che Dio stesso gli aveva parlato.

In ogni modo, chiamò una carrozza, e non pensando più che era invitato a pranzo, si fece condurre al più presto alla Gare du Nord. Il treno di Calais arrivava alle otto. Egli giunse alla stazione pochi minuti prima. Quando i viaggiatori scesero, Jacob ebbe presto ravvisato, fra la folla, la testa bruna e elegante di Julie Le Breton.

Una profonda angoscia gli strinse Lanimo, ed ebbe la sensazione che in cuor suo si formulava una preghiera... Strada facendo egli aveva combinato un piano d'azione nel caso che l’idea inverosimile che gli era balenata si fosse in qualche modo realizzata. È si realizzava fin troppo, giacchè Julie Le Breton arrivava a Parigi e non a Bruges come aveva lasciato credere alla Duchessa. E quando essa si volse, notando lo sgomento che il suo viso tradì tosto che lo vide, le supposizioni inquietanti di Jacob si mutarono in certezza.

« Amiens! cinque minuti di fermata ».

Delafield scese dal suo vagone e fece alcuni passi sul guai. Passo davanti ai finestrini chiusi e oscuri dello sleeping-car. Gli sembrava, tanto le sue sensazioni erano sovracccitate, di curvarsi su Julie e di dirle:

— Coraggio! Siete salva. Ringraziamo Dio!

Un garzone di restaurant passò conducendo una carretta carica di thè e caffè. Delafield ingoiò rapidamente una tazza di thè, e si frugò in tasca. Vi trovò tre lire e il suo biglietto. Dopo aver pagato, esaminò il suo portafogli, conteneva solo una mezza sterlina.

Per cui partendo non aveva su lui che la somma necessaria per pagare il suo biglietto di seconda e quello di Julie in vagon.letto. Era stato un colpo insperato, perchè tutto il suo danaro, con un biglietto di ritorno, era rimasto nella sua borsa da viaggio all'Hotel du Rhin.

En voiture! En voiture! s'il vous plait!

Riprese il suo posto e il treno ripartì.

Ora, egli rievocava quella strana ora passata alla stazione du Nord, il viso livido di Julie, lo smarrimento e la disperazione che essa non aveva saputo nascondergli, i suoi sforzi spasmodici per poter parlare, poi il lungo silenzio durante il quale i suoi grandi occhi trasognati e stanchi fissavano il vuoto. Egli sapeva bene che i pensieri di Julie volavano verso Warkworth, e che il suo animo era sollevato da una rivolta violenta contro la sua presenza, e contro l’azione che egli la costringeva a fare.

Quanto a lei, egli capiva benissimo il dilemma nel quale era trascinata! O accettare il dovere di ritornare al letto di morte di suo nonno; oppure confessare il suo appuntamento con Warkworth.

Però....., se per caso egli si fosse sbagliato?

Ebbene! allora il telegramma della Duchessa giustificherebbe la sua condotta. Lord Lackington era morente e, a parte qualunque questione di sentimento, gli amici di Julie Le Breton dovevano desiderare ch’essa potesse rivederlo perchè egli potesse, prima di morire, assicurare l'avvenire di sua nipote.

Ma Jacob, pur troppo, sentiva che non si era sbagliato. Si rammentava il rifiuto precipitoso

di Julie, quand’egli le aveva offerto di telegrafare a nome suo agli amici che la aspettavano.