Pagina:Ars et Labor, 1906 vol. I.djvu/232

Da Wikisource.
216

MUSICISTI DEL PASSATO


LUIGI MARCHESI.


Luigi Marchesi fu indubbiamente un grande artista cantante, uno dei più grandi, anzi, che vanti la storia dell'arte lirica italiana, se badiamo ai giudizi dei suoi biografi contemporanei.

Più che un artista, fu una voce meravigliosa, straordinaria — una voce, come dice il Fétis, che affascinò tutta Europa.

Abbiamo detto un artista. Per amore di esattezza storico-fisiologica, bisogna spiegarsi più chiaramente. Egli non fu un artista né una artista. Fu un soprano. Oggi soltanto le donne sono soprani; ai tempi del Marchesi potevano diventarlo anche gli uomini, purchè di assoggettassero, nella loro fanciullezza, ad una operazione di eliminazione, che veramente era cosa barbare e vergognosa.

luigi marchesi.

Luigi, di Giovanni Marchesi e Isabella Rossi, nacque in Milano il giorno 8 agosto 1754, sotto la parrocchia di S. Giorgio al Pozzo bianco (poi Santa maria dei Servi, ed ora Sa, Carlo).

I genitori del Marchesi erano originati di Modena. Un Francesco Marchesi, congiunto del Giovanni, fu maestro di scherma nel ducale Collegio di Modena.

Il padre del Marchesi, trombetta nel teatro di Modena, avendo osservato nel figlio una disposizione musicale veramente rimarchevole, lo istruì nei primi rudimenti, e gli insegnò a suonare il corno da caccia; ma per una istruzione più scientifica lo affidò alle cure del maestro Caironi e del tenore Ottavio Albuzzi1.

Il maestro Caironi era, come si diceva allora, musico; egli notò che la voce del ragazzo Marchesi era straordinariamente chiara, di un timbro simpaticissimo e assai armoniosa e che inoltre la natura lo aveva dotato di un vero talento musicale, non si fece scrupoli di consigliare l'inesperto suo allievo a sottoporsi alla necessaria operazione per diventar possessore di una splendida voce bianca virile.

Così suggestionato, e allettato fra l'altro dalle splendide fortune di altri musici — fra cui, ad esempio, il celebre Broschi detto il Farinelli — senza nemmeno consultare il padre, Luigi Marchesi abbandonò di soppiatto la casa paterna e si recò a Bergamo, dove.... diventò musico, cessando di essere uomo.

Quando suo padre fu informato della cosa, ne fu irritatissimo, a tal segno che non volle più ricevere il figlio in casa. Evidentemente, nel suo naturale buon seno pensava che quel che il figlio avrebbe acquistato in dolcezza di voce, non avrebbe mai compensato quel che aveva perduto... in dignità.

Ma poichè a quei tempi tali erano i costumi.... artistici, è inutile discuterne.

L'istruzione musicale di Luigi marchesi fu completata dal celebre Giovanni Fioroni, maestro di cappella del Duomo di Milano, che nel maggio 1765 lo fece accettare fra gli allievi musici soprani della Cappella, col salario di L. 6 al mese.

I suoi esordi come cantore di chiesa non facevano presagire in lui il futuro grande artista. ma nel 1774, in un teatro privato, cantò a Roma, vestito da donna, nella farsa La Serva padrona musicata dal Pergolesi — e da quel momento, si può dire, cominciò la sua vera e gloriosa carriera artistica, per la quale doveva brillare su tutti i grandi teatri d'Europa.

L'anno successivo (1775), a soli 21 anni, cantò a Milano nel Regio Ducale Teatro, situato nel già Ducale Palazzo (ora Palazzo Reale).

  1. Questo tenore cantò a Milano nel R. Ducale Teatro negli anni 1747, 1748, 1750-51, 1762 e 1766.