Pagina:Atlantide (Mario Rapisardi).djvu/197

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Canto nono 197


Giovani pii, che in generose carte
     Han la parola della vita attinta,
     Che poi su le divine ali dell’Arte,
     Difesa col pensier, di sangue tinta,
     Sorgerà viva e gloriosa in parte,
     Donde mai non sarà dispersa e vinta,
     E da cui d’un fulgore ampio ed intenso
     Schiarirà del futuro il cielo immenso.

E son vegliardi intemerati, a cui
     Gl’impeti giovanili età non scema,
     E a cui l’Idea, che in nequitosi, e bui
     Tempi li accese, è fede alta e suprema:
     Felici, se vissuti al ben d’altrui
     Dar possano ad altrui la vita estrema;
     Beati, se mirar possano in sorte
     Viva l’Idea, quand’ei son presso a morte.

Splendono per l’azzurra aria, siccome
     Bianche meteore in notti rugiadose,
     Vergini che tra’ gigli hanno le chiome,
     Austere madri e vereconde spose:
     Vive Idee, che non han grido nè nome,
     Cui di raggi e di fiori Amor compose;
     Sogni di carità splendidi e cari,
     Ch’ardon modesti in su gelosi altari.