Pagina:Atlantide (Mario Rapisardi).djvu/85

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Canto quarto 85


Fingea l’altro di prendere il cappello,
     Quando irruppe tra lor la Selenita,
     Che di maschio sortì muso e cervello,
     Ma più che femmina è giù dalla vita:
     Di quanto celar dee sotto al guarnello
     Aprir suole a ciascun doppia partita,
     Anzi, a frutto mettendo ogni tesoro,
     L’appigionasi ha posto ad ogni poro.

In fra le circostanti isole e questa
     Come spola ogni dì va la sua barca,
     E alle varie tribù per oro appresta
     Di quella merce, onde a nessuno è parca:
     Commerciante animosa, accorta, lesta
     A qualsiasi lavor la schiena inarca,
     Qualunque merce nella stiva imborra,
     E quand’altro non può, prende zavorra.

In filar versi ed imbastir novelle,
     Non men che nel commercio, ella è maestra:
     Muovon l’ingegno suo due manovelle,
     Il Lucro a manca ed il Piacere a destra;
     Però che per ordire opere belle,
     Bisogna, come Orazio anche ammaestra,
     In un nodo costante ed amorevole
     L’utile conjugar col dilettevole.