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114 giuseppe sordini


lana" sconosciuta ai Lezionari spoletini, inserita in un più tardo raffazzonamento degli Atti di S. Brizio1 nonché dalla semplice indicazione Martulae ed anche civitate Martulana di alcuni Martirologi, e per la tradizione di un Vico ad Martis, al quale succedette la odierna Massa Martana, crearono addirittura il Vescovato di Martana e ne fecero primo Vescovo S. Brizio, dopo che questi aveva occupato la Cattedra spoletina. Contradizione evidente e manifesta, la quale pure non valse a trattenere le menti dalla falsa via; chè anzi, dato il primo passo, altri Vescovi vennero assegnati al Vescovato immaginario, della non meno immaginaria città Martana2.

Però, se tutto ciò è vero, è anche vero che la indicazione topografica civitate Martana, in modo non equivoco, anzi chiarissimo, trovasi pure in altri Atti, come in quelli di S. Illuminata3. Né qui occorrono confusioni od errori, più o meno evidenti, come negli Atti di S. Brizio, riguardo all’indicazione stessa.

Una ricerca, non senza frutto, tentar si potrebbe, intesa a determinare il valore cronologico dei nomi Martula, Martulana e civiate Martana, usati dagli antichi agiografi; ricerca che condurrebbe anch’essa ad una chiara dimostrazione degli equivoci sorti, secondo me, non per altro che per la somiglianza fonetica di quei nomi, forse, in parte, corrotti, appartenenti a località diverse, e dall’ignoranza dei primi scrittori così stranamente confusi. Ma, senza entrare qui in una così lunga, minuta disquisizione, fuori del nostro compito, questo sembra di potere ammettere: che, cioè, due località distinte e diverse, denominate con vocaboli foneticamente e forse anche morfologicamente simili, benché non identici, abbiano veramente esistito. Una di queste località, quella riguardante la sepoltura di S. Brizio, noi abbiamo dovuto riconoscerla, necessariamente, presso i Monti Martani, non lungi dalla Flaminia Narni-Terni-Foligno; l’altra dovremo, quindi, trovarla pur essa nell’Umbria, anzi in quel tratto dell’Umbria particolarmente ricordato dalle antiche leggende. Deve, inoltre, avere i caratteri necessari per esser chiamata, sia pure con amplificazione, città; e dovette portare un nome assai somigliante a quello della località che ora ci é nota.

Ho di sopra accennato alla confusa tradizione della esistenza di un Vico ad Martis, cui succedette la odierna Massa Martana; ed é appunto con questo Vico ad Martis che bisogna, secondo me, identificare, non la località nella quale visse gli ultimi suoi anni, morì e fu sepolto S. Brizio, ma la città Martana degli Atti di S. Illuminata, e le errate indicazioni dei Martirologi e dei tardi raffazzonamenti degli Atti stessi di S. Brizio.

Il Vico ad Martis come è noto, sorse lungo il ramo principale della Flaminia Narni-Carsoli-Bevagna, a diciotto miglia romane da Narni e a sedici da Bevagna, in una località che, da una chiesa assai antica, sorta sulle rovine di una grande aula di fabbrica romana, è, da tempo, conosciuta sotto il nome di S. Maria in Pantano. Identificazione topografica certissima questa, non solo per le chiare indicazioni miliari dell’Itinerario di Antonino e dei famosi vasetti di Vicarello, e per i notevoli ruderi

  1. Negli Acta Sanctorum, Tom. I di Luglio, pag. 14, 15, i Bollandisti pubblicarono: «Alia Brictii gesta et tormenta»??. Ed è qui che trovasi la frase riferentesi a S. Brizio: «.....seductor absconditus in civitate Martulana». Ma, non occorre molto per vedere quanto sia tarda la redazione di questi Atti. Invece, la prima parte di essi, che leggesi nello stesso tomo, a pag. 9, 10, 11, concorda pienamente con i Lezionari spoletini.
  2. Non sarà inutile osservare che gli Atti di S. Brizio, tanto dei citati Lezionari, quanto dei Bollandisti, allorché accennano a Foligno e a Spoleto, non omettono mai la qualifica urbs o civitas; mentre chiamano semplicemente regioni «submontana martulana» quelle nelle quali S. Brizio prese ad evangelizzare, e che per molti rappresentano, né più né meno, la pretesa città Martana.
  3. Nei Lezionari spoletini, gli Atti di S Illuminata si leggono nei fogli 194-196 del vol. I. A tre chilometri, circa, da S. Maria in Pantano, sorge ancora un’antica chiesa dedicata a questa santa, il culto della quale fu molto in voga, in quei luoghi. Ebbe annesso, un tempo, un convento di Camaldolesi.