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del conte monaldo leopardi 147


LXVI.

Capitolazione di Ancona.

Vedendo che la resa della Piazza si ritardava tornammo a Recanati, ma fra due o tre giorni essendo venuto un Uffiziale Austriaco ad avvertirci essere già sottoscritta la capitolazione e doversi fra due giorni evacuare Ancona dai Francesi tornammo al campo in brigata grande per trovarci all’ingresso della truppa vittoriosa. Questa entrò in gran parata e la sera delli ... novembre, e nella matina seguente uscirono i Francesi. Tutto procedè con ordine e quiete sommi, e con gli Austriaci entrò una quantità prodigiosa di vettovaglie fatte preparare appositamente per mantenimento delle truppe, e per sollievo dei cittadini. Ancorchè la fame non fosse arrivata all’ultimo grado il popolo aveva sofferto assai e la Piazza poco più avrebbe potuto sostenersi. Allorchè entrammo, sentendoci affamati per il molto girare nel campo, e non potendo al momento introdurre i nostri viveri, il conte Bonandrini ci regalò come una rarità un po’ di pane, bruno, e tanto cattivo che ubbriacò quasi tutti perchè era pieno di loglio.

La capitolazione di Ancona può leggersi nelle istorie di quei tempi. In essa il Generale Francese propose «che voleva trattare con gli Austriaci soli, non già coi Russi dovendosi preferire la morte al disonore di trattare con gente senza fede». Il Generale Tedesco doveva ributtare quel capitolo insidioso e indecente, abbruciare Ancona o perire, ma non sanzionare un oltraggio così ributtante per gli Alleati tanto rispettabili del suo sovrano. Egli però scrisse semplicemente «Accordato». Quella capitolazione girò per tutto il mondo, e quell’articolo forsennato non fu l’ul-