Pagina:Avventure di Robinson Crusoe.djvu/646

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di queste volte fu di sera, allorchè insieme con altri, staccata una delle nostre scialappe del bastimento, venni a terra dalla parte orientale dell’isola. Vedemmo allora gli abitanti, che erano ivi in gran numero, affollarsi ad una certa distanza intorno a noi per contemplarci. Credevamo sapere (e, se altro non accadea, l’esito avrebbe provato che non c’ingannavamo), credevamo sapere che con quei nativi il segnale di tregua, anzi d’amicizia, se veniva accettato, fosse il piantare tre rami in terra, e che la prova di questa accettazione consistesse in altri tre rami piantati reciprocamente da essi. Questa tregua portava ciò non ostante una clausola generalmente conosciuta fra noi: ed era che nessuna delle parti oltrepassasse lo spazio frapposto tra i rami infitti in terra da ciascuna. Questo spazio era una specie di terreno neutrale e sacro, ove deposti, i nativi presso i rami dalla loro banda, gli archi e le frecce, gli stranieri, presso i rami della banda propria, le loro armi offensive, venivano avanti e gli uni e gli altri disarmati in questa piazza, che era un vero mercato ove si potea liberamente conversare, comprare e vendere, in somma negoziare. Se per altro aveste commessa ivi qualche violenza contro ai nativi, questi correvano ad impossessarsi di nuovo delle loro armi, e la tregua era spirata nell’atto.

Noi dunque, che nella sera di cui vi parlo eravamo in un numero maggiore del consueto, avevamo adempiuta questa formalità, tagliando tre rami da un albero, poi conficcandoli in terra, e ci vedemmo corrisposti con molti contrassegni di civiltà e d’amicizia. Essi ci portarono diverse qualità di viveri da noi pagati secondo il costume con alcune delle merciuole, che avevamo con noi. Anche le loro donne ci portarono latte e radici, e molte di quelle cose che meglio ne aggradivano; tutto in fine andava tranquillamente, onde i nostri si fecero con rami d’albero una specie di tenda o baracca per coricarvisi sotto, durante la notte.

Non mi ricordo qual ne fosse il motivo, ma so che non me la sentii di rimanere lì a dormire con gli altri; e, poichè la nostra scialuppa era all’ancora non più lontano d’un tiro di frombola dalla spiaggia, chiamai uno dei due uomini che erano stati lasciati in custodia di essa e, fatti raccogliere alcuni rami per ripararci anche noi, tornai coll’uomo chiamato a me nella barca, ove, stesa nel bel mezzo di essa la vela e fattomi il mio casotto di frasche, passai gran parte della notte dormendo.