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Forse quegli ospiti credevano ch’io avessi fabbricato quel castello precisamente per essi, giacchè, a quanto potei rilevare, era da parecchi giorni che vi si trovavano installati.
Quando fui a terra, slanciai dal di fuori, nell’interno del castello, contro i medesimi, delle grosse pietre allo scopo di farneli uscire; ma quel giorno non ottenni alcun risultato.
La sera appresso, mentre mi trovava a sedere sulla soglia della capanna rotonda, vidi uscire dal castello una vipera che dava la caccia ad un lucertolone, ed afferratolo, si dava ogni cura per cominciare a divorarlo. Io balzai in fretta, presi una pietra e la scagliai contro a quel gruppo. Ebbi la fortuna di coglier nel segno, giacchè immediatamente la lucertola fu libera e la vipera spiccò un salto sopra alcuni massi vicinissimi al sito in cui mi trovava.
Poscia il rettile si rizzò sulla punta della coda, e ravvisato in me il suo avversario, stava per ispiccare un nuovo salto nella mia direzione. Io fui sollecito a ritirarmi entro la capanna, montando sulla branda e guardando fisso all’ingresso, ove mi aspettava di vederla a piombare. Ma per fortuna non la vidi più.
Messi a parte gli amici della faccenda delle vipere e dei serpenti, diemmo loro la caccia, sicchè il castello e le adiacenze furono in breve liberate anche da quest’ultimo flagello.