Pagina:Büchler - La colonia italiana in Abissinia, Trieste, Balestra, 1876.pdf/189

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paese in paese, ramingando per quelle regioni, finchè si erano persuasi che anche per essi l’aria dell’Africa non era troppo confortante.

Con coloro trovavasi anche lo spagnuolo Glaudios che aveva pur esso abbandonato Keren, ma in migliori condizioni che noi, vale a dire più fornito di robe e di denaro.

Come dissi più sopra, i Francesi, per la loro condotta poco umana verso gl’indigeni, in un’epoca più tarda, la finirono male, e di essi, neppur uno è ritornato in Europa.

Si accamparono, appena giunti, in vicinanza al nostro terreno, piantandovi le tende, e costruendosi immediatamente una capanna; poi una seconda, nella quale ci ricoverarono nei tre ultimi giorni, dividendo con noi il loro pasto frugale.

Glaudios, in quest’incontro, si mostrò migliore di quello che era stato in antecedenza, nè io gli mostrai risentimento, sebbene tanto danno avesse arrecato al mio amor proprio ed alla mia dignità nell’opinione di Zucchi e della famiglia di lui.

Mi propose eziandio di rimanere con esso, chè in pochi mesi, secondo ciò che aveva in vista d’intraprendere, avremmo fatto fortuna; ma io niegai decisamente, in primo luogo perchè la mia salute non lo permetteva: in secondo, perchè lo scoraggiamento morale si era impossessato di me; da ultimo, perchè io non credeva affatto a quanto asseriva per persuadermi, vale a dire: esser egli venuto a conoscere che il paese di Zula era stato acquistato anni fa da un francese, ricco sfondato, che era testè morto in Francia, e tra le cui carte erano stati trovati i documenti relativi a quel possesso.

A quanto egli mi disse, era intenzionato di con-