Pagina:Büchler - La colonia italiana in Abissinia, Trieste, Balestra, 1876.pdf/47

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Parigi, ove s’era recato per far conoscere e prendere in considerazione i luoghi dei Bogos e l’opportunità di istituirvi una colonia francese.

Il ministero di Francia lo avea burlato, o come suol dirsi, lo andava lusingando, protraendo una decisione, ma nel frattempo movendogli domande e scaltre ricerche sulle posizioni dei luoghi, sugli usi, sui modi di contenersi ecc. allo scopo di sfruttare le fatiche ed i meriti di quell’uomo coraggioso ed onesto, coll’intenzione di mandarvi poscia i propri connazionali, i quali, approfittando della già fatta scoperta, riuscissero a far perdere il prestigio a lui ed ai nostri.

I fatti, a conferma di tali induzioni, non tardarono a manifestarsi e, alcuni giorni prima, che noi abbandonassimo, come si vedrà, la nostra impresa, quattro francesi con un loro capo parigino, per nome Ghuardiè comparvero in codesti luoghi, accampandosi sotto le loro tende non lungi da noi. E non erano i primi che vi giungevano, ma altri ancora n’erano venuti in antecedenza, sin da quando il signor Stella aveva chiesto l’appoggio del Ministero francese per la fondazione della colonia.

Costoro, colla consueta spensieratezza, avevano divisato di riuscire nell’intento, e già credevano di esserci; già facevano sventolare sulle loro baracche il vessillo tricolore; ma assai in breve dovettero abbandonare le mal nutrite speranze, poichè in capo a due o tre giorni, si tolsero di lì per recarsi in Adulis, a cercarvi pane pei loro denti.

Infatti ivi stavano accampati gli Inglesi ch’erano allora in guerra contro l’Abissinia; motivo per cui dovettero tosto retrocedere e accontentarsi di ramingare per quei lunghi sì difficili e pericolosi.