Pagina:Balassa - L'arte di ferrare i cavalli senza far uso della forza.djvu/34

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30 sezione seconda

colarmente quando si trattasse di tenergli abbrancati i piedi, i quali sono le sue armi principali.

§ 30.

Io non posso omettere qui di osservare, che il cavallo assicura nel cavalcarlo di un gran vantaggio, quando si sappia opportunamente prevenirlo. Una tale vigilanza ha salvata a varj la vita. Quando, per esempio il cavallo pensa di retrocedere, lo dà a conoscere alcuni momenti prima: egli guarda alcun poco indietro, tende le orecchie più da quella parte, e piega affatto il suo corso. Ciò basta all’attento cavaliere per avvedersi che l’animale vuol voltarsi indietro. Egli non deve allora aspettare che eseguisca il giro; ma deve gridargli in tempo, e colla coscia respingerlo in avanti. Trascurando questo momento, e riescendo il cavallo nel suo intento, lo replicherà spesso, ed il cavaliere durerà fatica di rimetterlo sulla retta strada. Il maltrattarlo collo sperone e colla sferza in circostanze simili cagiona spesso funeste conseguenze, le quali vengono evitate quando abbiasi la cura di prevenire la caparbietà del medesimo.

§ 31.

Il vero conoscitore della natura del cavallo saprà facilmente giovarsi in tutte le occasioni in cui mostra renitenza de’ mezzi suindicati, senza far uso di violenti; mentre l’inesperto nelle circostanze medesime entra in conflitto col cavallo, contrasta seco lui, è costretto il più delle volte a cedere, e spesso ne riporta danni. Una chiamata a tempo debito risparmia a taluno delle inquietudini, e lo salva non di