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delle preponderanze straniere |
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convocò un sinodo di vescovi toscani che fu riprovato da
Roma. E fece insieme tanti e cosí vari ordinamenti civili, che sarebbe
piú breve dire le cose da lui tralasciate che non le ordinate. Ai
feudi, ai comuni, alle leggi civili e criminali, alle finanze, alla
libertá dell’industria e de’ commerci, all’agricoltura, all’istruzione
pubblica, a quasi ogni cosa si volse e provide cosí bene, che si
potrebbe dire esserne riuscita Toscana lo Stato meglio ordinato di
que’ dí, e modello perenne a qualunque principato assoluto. Ebbe sí
il vizio di tali Stati; una polizia, una smania di sapere e regolare
eccessiva, inquieta, incomoda, ficcantesi ad antivenire il male, non
solamente colle leggi generali, che è dovere e possibilitá de’ governi,
ma colla prevenzione d’ogni caso, che è impossibilitá. Ma questo fu
male piccolo e passeggiero di natura sua. Peggiore e durevole fu che
attese poco e male ad ordinar niuna milizia stanziale, che trascurò
o disprezzò questa quasi spesa inutile in uno Stato piccolo ordinato
ad economia e filosofia, e che tramandò questa trascuranza e questo
disprezzo a’ posteri principi e popoli, i quali n’han portate le
pene, e non se ne correggono perciò. Del resto, il Botta (libro L) ha
tolto da uno scrittore straniero il cenno d’un governo deliberativo,
che si pretende essere stato ideato da Leopoldo per Toscana; e non
vedendo effettuata tale idea, il Botta dubita poi, se Leopoldo l’avesse
veramente o se la lasciasse, «visti i mali prodotti da quelle assemblee
in paesi illustrati da sole caldo». Ma s’ei l’ebbe e la lasciò, io
crederei piuttosto ei la lasciasse per la solita ripugnanza che hanno
i principi, che aveano particolarmente quelli del secolo scorso, a far
concessioni. Ad ogni modo, morto Giuseppe II nel 1790, passò Leopoldo
ad Austria ed all’imperio, e gli succedette in Toscana suo figliuolo
Ferdinando III. — In Parma e Piacenza entrò a signoreggiar l’infante
don Filippo per la pace d’Aquisgrana [1748]; e governò sotto lui
Dutillot, un francese, de’ filosofi di quel tempo, che anch’egli fece
riforme ecclesiastiche e buoni ordinamenti civili, e chiamò letterati
d’altri paesi d’Italia e di fuori, fino alla morte del duca Filippo [18
luglio 1765], e poi durante la minoritá del duca Ferdinando figliuolo
di quello. Ma cresciuto