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appendice 205

retrograda al governo assoluto, o rivoluzione progrediente al rappresentativo; e cosí sempre rivoluzioni. Ai 14 giugno, riforma minore ma piú durevole, come quella che è logica, e s’adatta ad ogni forma di governo; un primo ordinamento razionale del ministero per ordine di materie. Ai 16 giugno, anniversario dell’elezione dell’adorato Pio IX; e, naturalmente, festa maggiore. Ai 17, anniversario dell’incoronazione, e seconda festa. Parve troppo finalmente; e con bando del 22, Gizzi sgridò il popolo dolcissimamente; e il popolo se n’offese e gridò a Gizzi, quasi uno de’ retrogradi gregoriani, oscurantisti, sanfedisti, gesuiti, austro-gesuiti; nomi che incominciarono a prodigarsi da chiunque voleva andare innanzi a chiunque andava un passo meno che lui. — E sí che Gizzi e il papa andavano pure non poco, forse troppo. Al 5 luglio, istituzione della guardia civica, istituzione anche questa ottima, anzi indispensabile negli Stati rappresentativi, stolta in quelli che volevano rimanere consultativi. — Al 7, rinunzia di Gizzi; al 10, nomina di Ferretti. Addí 16, anniversario dell’amnistia, doveva esser gran festa; fu invece gran tumulto addí 14 e 15, ché sparsasi, naturalmente come succede in tali concitazioni, o ad arte come succede de’ concitatori, o l’uno e l’altro insieme, la voce d’una gran congiura retrograda, sanfedista e via via, si affiggono a’ muri i nomi de’ supposti congiurati, poi si cercano, si entra in lor case, s’arrestano, si serrano in Castel Sant’Angelo, si dá lor caccia per le campagne, e fino oltre i confini, e se n’istituisce, annuente il governo, un gran processo che non riuscí a nulla mai. Intanto, tumulti qua e lá nelle province. — E intanto (che diede ombra di veritá ai sospetti popolari), addí 17, escono gli austriaci dalla cittadella di Ferrara che occupavano dal 1814, s’acquartierano in cittá. Proteste quindi del cardinal Ciacchi governatore addí 6 agosto, e Ferretti a dí 12. Ma addí 13 gli austriaci occupano i posti militari della cittá; riprotestano Ciacchi e Ferretti, risponde il gabinetto di Vienna. Ne seguirono poi negoziati ufficiosi ed ufficiali a Roma, a Vienna ed a Milano, e finirono in dicembre colla restituzione della cittá alle truppe pontificie, con poche e piccole concessioni alle pretese dell’Austria, con