retrograda al governo assoluto, o
rivoluzione progrediente al rappresentativo; e cosí sempre rivoluzioni.
Ai 14 giugno, riforma minore ma piú durevole, come quella che è logica,
e s’adatta ad ogni forma di governo; un primo ordinamento razionale
del ministero per ordine di materie. Ai 16 giugno, anniversario
dell’elezione dell’adorato Pio IX; e, naturalmente, festa maggiore.
Ai 17, anniversario dell’incoronazione, e seconda festa. Parve troppo
finalmente; e con bando del 22, Gizzi sgridò il popolo dolcissimamente;
e il popolo se n’offese e gridò a Gizzi, quasi uno de’ retrogradi
gregoriani, oscurantisti, sanfedisti, gesuiti, austro-gesuiti; nomi
che incominciarono a prodigarsi da chiunque voleva andare innanzi
a chiunque andava un passo meno che lui. — E sí che Gizzi e il papa
andavano pure non poco, forse troppo. Al 5 luglio, istituzione della
guardia civica, istituzione anche questa ottima, anzi indispensabile
negli Stati rappresentativi, stolta in quelli che volevano rimanere
consultativi. — Al 7, rinunzia di Gizzi; al 10, nomina di Ferretti. Addí
16, anniversario dell’amnistia, doveva esser gran festa; fu invece
gran tumulto addí 14 e 15, ché sparsasi, naturalmente come succede in
tali concitazioni, o ad arte come succede de’ concitatori, o l’uno e
l’altro insieme, la voce d’una gran congiura retrograda, sanfedista
e via via, si affiggono a’ muri i nomi de’ supposti congiurati, poi
si cercano, si entra in lor case, s’arrestano, si serrano in Castel
Sant’Angelo, si dá lor caccia per le campagne, e fino oltre i confini,
e se n’istituisce, annuente il governo, un gran processo che non
riuscí a nulla mai. Intanto, tumulti qua e lá nelle province. — E
intanto (che diede ombra di veritá ai sospetti popolari), addí 17,
escono gli austriaci dalla cittadella di Ferrara che occupavano dal
1814, s’acquartierano in cittá. Proteste quindi del cardinal Ciacchi
governatore addí 6 agosto, e Ferretti a dí 12. Ma addí 13 gli austriaci
occupano i posti militari della cittá; riprotestano Ciacchi e Ferretti,
risponde il gabinetto di Vienna. Ne seguirono poi negoziati ufficiosi
ed ufficiali a Roma, a Vienna ed a Milano, e finirono in dicembre colla
restituzione della cittá alle truppe pontificie, con poche e piccole
concessioni alle pretese dell’Austria, con