Pagina:Bandello - Novelle, Laterza 1910, I.djvu/85

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82 parte prima

suso una loggia che sovra il giardino porgeva la vista, la quale era vicina a la camera ov’era Angravalle. Ascesa lá su, fece vista di porre al sole i suoi pannilini, e sí cautamente faceva, che Angravalle ed il fante non la sentirono giá mai. Ella se ne stava con l’orecchie tese, per intender tutto quel che dicevano. Angravalle primieramente ricercò certi staffili per fargli mettere a la sella de la sua mula, i quali avendo trovati, si pose a sedere suso uno scanno che in camera era, e credendo d’aver lasciata la moglie a basso in camera, entrò in ragionamento di lei con il servidore, e gravemente sospirando, de la fortuna si lamentava. Volle poi che il fante di nuovo gli narrasse come Niceno veduto avesse, che panni in dosso aveva, se era armato, se solo, a che ora partí, e in che modo se n’andava via, se si voltava a dietro e che atti faceva. Ora avendogli a punto per punto colui risposto e assicuratolo che chiaramente Niceno aveva conosciuto, ultimamente in questo modo Angravalle disse: — Io voglio finger il tal giorno d’andar fuor di Napoli, e mi nasconderò in casa d’un amico mio, a ciò che possiamo coglier chi sará quello che con mia moglie viene a giacersi. Di questa rea femina credo io tutto quello che narrato m’hai che tu la notte di santo Ermo vedesti. Ma di Niceno che cosí costantemente mi affermi esser l’adultero che a lei venisse, non so io che me ne dica, e certamente egli m’è troppo difficil credere che sí fatto amico mio mi debba far cosí vergognosa ingiuria e tanto disonore in casa. Gran tempo è che io come con un mio fratello seco vivuto mi sono, e d’ogni mio segreto hollo sempre fatto consapevole, piú fede in lui avendo che in persona che al mondo conosca. Nondimeno, poi che tu perseveri affermando che lo conoscesti, io me ne vo’ chiarire. Chiarito che io sia, farò al signor mio suocero e a’ miei cognati veder tanta villania quanta fatta mi viene, deliberando al tutto levarmi questa vergogna dagli occhi. — Tutte queste parole puntalmente, senza perderne una, sentí Bindoccia; la quale, levando le mani al cielo poi che sentí che in altri ragionamenti travarcarono, lodò Iddio che l’avesse fatti saper i consegli del marito, e chetamente senza esser stata sentita discese a basso, e a la