Pagina:Bandello - Novelle, Laterza 1911, III.djvu/298

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NOVELLA XXXVII 295 tornando a la nostra istoria, conosceva ciascuno per la inusitata vita che il re menava, che egli d’amor ardeva; ma cui amasse non fu chi pensar potesse, perciò che ei, pér non lasciarsi intendere, a tutte le dame, molto s’inchinava e tutte riveriva secondo che il grado loro meritava. Ma sovra tutte e molto più di tutte la bella Aelips era da lui riverita e adorata. Ella, che d’elevato ingegno ed accortissima era, s’avvide di leggero che il re per aver ben cangiato luogo non aveva mutato pensiero, e che in effetto egli era pur quello che in parole a Salberi s’era scoperto. Nondimeno nulla de l’amor di lui curando e dal casto suo proponimento punto non si smovendo, quando gli accadeva fargli onore e riverenza come a re e suo signore, a quello s’inchinava, mostrando perciò non so che nel viso che al re dava ad intendere che per acquistare e goder l’amor di lei egli indarno s’affaticava. Ma che ! il re quanto più ella schi- fevole si dimostrava tanto più s’accendeva, e con più aperte dimostrazioni ed atti amorosi sforzavasi farle chiaro ciò che appo lei era chiarissimo. Onde la saggia e leggiadra Aelips poi che vide il male del re farsi maggiore e andar di mal in peggio, per non dargli occasione di far cosa che a lei potesse biasimo recare, non avendo pur un minimo pensieruzzo di compiacergli, deliberò levar via tutte le vie che il re ad amarla potessero indurre. Cominciò adunque di rado uscir di casa e raro a la finestra anco si lasciava vedere, e quando andar fuori le bisognava, si vestiva molto bassamente e tutte quelle strade e luoghi fuggiva ove le pareva poter esso re incontrare. Egli, non dopo molto di questa cosa avvedutosi e di soverchia amorosa doglia sentendosi morire, fu quasi vicino a usar la forza. Ma perché chi è veramente innamorato mai non si dispera, anzi con ogni studio va sempre ricercando, come sagace cane l’orme de la fera, cosi egli quelle de la sua donna, e tanto di lei spia che pur alcun vestigio ne truova; fece egli tanto, e tanto ne investigò che poche volte Aelips di casa usciva che il quando e il luogo ove ella andava ei non sapesse; onde e tre e quattro volte giva ad incontrarla, pascendo almeno gli occhi de la suave e vaga vista di lei. Ella, come s’è detto, vestiva panni