Pagina:Bandello - Novelle, Laterza 1911, IV.djvu/354

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NOVELLA XXXVII .35 > jntertenere una compagnia che nessuna altra de la contrada. Ora praticando tutto il di Teodoro in casa di Demetrio e veggendo la beltà e i leggiadri costumi e le belle maniere di Cassandra, fieramente di lei s'accese. E come colui che era gentile ed assai discreto e conosceva quanto male a, lui si convenisse di far cosa che in danno cedesse o disonore al suo compagno, ardendo miseramente e non osando le sue passioni a la donna scoprire, tutto di giorno in giorno si struggeva. Egli, perdutone il dormire, il mangiare e il bere, divenne magro, malinconico e quasi come una fantasima. Demetrio gli domandò più volte la cagione di questo suo male, ma egli si scusava dicendo che non sapeva donde venisse. La donna anco gli diceva alcuna volta: — Teodoro, mò che cosa è questa, che sei divenuto cosi malinconoso e disfatto, che solevi esser l’allegria del mondo? — Egli, invece di risponderle, fieramente sospirava. Pur un di, avendo deliberato prima che morisse voler il suo amore a Cassandra discoprire, e dicendogli la donna qual si sentiva, egli cosi le rispose: — Cassandra, io starei assai bene se mi conoscessi aver la grazia tua, senza la quale io mi sento manifestamente perire. — E qui, con quel miglior modo che seppe, le narrò tutto il suo amore, pregandola affettuosamente che di lui volesse aver compassione. La donna, udendo si fatta ed impensata cosa, agramente lo riprese di questo suo folle amore, e che questa non era la fede che Demetrio in lui aveva. Pertanto che si distogliesse da questa sua openione e non le ne parlasse mai più, perché s’affaticherebbe indarno, non essendo ella disposta a compiacere del suo amore a persona del mondo, se non al suo consorte. Teodoro, avuta da la donna sua questa risposta: — Or via, sia con Dio ! — le disse. — Voi volete ch’io mora, ed io son disposto a morire, conoscendo chiaramente che il tormento che, amando e non essendo amato, da me si soffre, a lungo andare mi condurrà a morte. Ma egli è pur meglio in un tratto uscir di pena e finirla che mille volte il di morire. — Cassandra, pensando che egli queste parole dicesse come fanno i giovini, non se ne curò e gli disse che attendesse ad altro, ché queste erano follie da pazzi. E cosi, sovravenendo alcuni, il ragionamento si fini. Restò Teodoro molto di mala